puttinoSono felice che abbiate dimostrato di apprezzare i contenuti di questo post, che ho scritto in risposta alle vostre considerazioni in merito al progetto ‘500 giovani per la cultura‘.

Alcune critiche al bando erano giuste e ho chiesto gli uffici del MiBACT di apportare delle modifiche al suo testo, nell’ottica della maggiore apertura possibile.

Innanzitutto, è stato ampliato il bacino di accesso dei potenziali neolaureati interessati a partecipare a questo anno di formazione, portando il requisito di voto minimo per accedere alla selezione da 110 a 100. Questo non significa che verranno penalizzati gli studenti più meritevoli, perché la priorità sarà data comunque ai giovani laureati con il massimo dei voti. Abbiamo tuttavia ritenuto che fosse più giusto concedere un’opportunità al numero più alto possibile di partecipanti.

Per lo stesso motivo, è stato eliminato il vincolo che prevedeva l’obbligo di certificare il possesso di un determinato livello di competenza linguistica per l’inglese. Abbiamo introdotto, in aggiunta ai casi già previsti dal bando, la possibilità di un periodo di assenza di 15 giorni per motivi di studio. Un’ulteriore modifica apportata al testo riguarda l’eventualità, nel caso di impegni di studio più lunghi, di sospendere fino a 3 mesi il tirocinio.

Abbiamo inoltre fissato a 600 ore annue l’impegno dei partecipanti per le attività di formazione.

L’obiettivo che il bando ‘500 giovani’ si pone continua ad essere quello di favorire processi di formazione e di specializzazione dei giovani neolaureati, portandoli a immergersi nel patrimonio culturale: nei luoghi della cultura dislocati su tutto il territorio nazionale. Grazie ancora una volta a tutti per la partecipazione.


  1. da Alice Pontalto 16 dicembre 2013

    Gentilissimo Ministro Bray,
    nell’AMBITO UMANISTICO non sarebbe forse il caso di allargare l’accesso anche ai diplomati delle Accademie di Belle Arti pre- e post – DM 508/1999? Al momento questi non sono compresi nell’allegato 2 relativo al bando…a mio avviso un paradosso considerata l’ampiezza del ‘bacino dei titoli di laurea’ ammessi alla selezione.

    Cordiali saluti,
    Alice Pontalto

  2. da Davide Dionisi 16 dicembre 2013

    On. Ministro,
    leggo con piacere di queste modiche. Tuttavia penso che, ora, sarebbe magari opportuno rivedere anche l’età massima dei partecipanti, ribassandola di una decina d’anni, giusto per fare un ulteriore gesto di distensione. A 30/35 anni non si è “giovani neolaureati”, ma professionisti ben formati. Se – come sembra – questo è un bando di formazione, che si formino solo i veri neolaureati… logico no?
    Poi, in ultimo, ci sarebbe il problema della conferenza stampa del 28.11, con le sue parole circa l’ipotesi di assunzione per le persone “formate e meritevoli”

    http://www.youtube.com/watch?v=BRiW-I7u5d4
    dal min. 00:24:28 al min. 00:24:46

    Per quanto Ella abbia già scritto che non c’è prospettiva di assunzioni, è lecito pensare che l’ufficialità dell’audizione abbia un grado maggiore di autorevolezza rispetto ad una dichiarazione su blog, e molti – impensieriti dalla possibilità di vedere delle persone assunte in forza di legge, senza alcun concorso pubblico – si aspettano una smentita ugualmente autorevole dei 25 secondi di cui sopra.

    La ringrazio comunque per il suo lavoro, così straordinariamente difficile in un periodo come questo.

    Davide Dionisi

    • da Pietro Vereni 18 dicembre 2013

      > A 30/35 anni non si è “giovani neolaureati”, ma professionisti ben formati.
      A leggere le statistiche pare non sia così, e moltissimi a 30/35 anni sono PRECARI del mondo intellettuale/accademico, quindi vivono di contrattini sottopagati, di rimasugli di fondi di ricerca o di espedienti facendo altro dato che le loro qualifiche non sono assolutamente considerate. Si tratta di stabilire una volta per tutte cosa siano “I giovani” in Italia SENZA dimenticare che negli ultimi dieci anni a quelli che erano veramente giovani è stato di fatto impedito l’accesso al mondo del lavoro. Sono dieci anni almeno che un intellettuale NON trova spazi nel mondo del lavoro e se uno ha avuto la sfortuna di laurearsi dieci anni fa, addottorarsi sette e specializzarsi tre anni fa, dovrebbe essere tagliato fuori solo perché ha 35 anni ed è “ormai” troppo vecchio? Invece ci farvi la guerra tra ventenni e trentenni per un tozzo di pane credo che dovreste unirvi per chiedere che la cultura venga VERAMENTE riconosciuta come una risorsa in cui il Paese dovrebbe investire più risorse. Far fuori i moltissimi competenti che sono rimasti incastrati nel blocco del turnover sperando che così resta più spazio per i venticinquenni è una politica destinata al fallimento. Non si può costruire qualcosa di buono per questo paese buttando al cesso un’intera generazione (quelli che oggi hanno tra i 30 e i 40)

      • da simona 8 gennaio 2014

        Gentile Ministro,
        purtroppo mi ritrovo per l’ennesima volta a trentasette anni e una vita spesa per i beni culturali in formazione, dottorato, master e contratti di insegnamento a leggere con rammarico il limite di età di 35 anni su un bando che potrebbe dare anche minime speranze lavorative e mi chiedo perchè le istituzioni alla nostra generazione di persone che hanno con fatica giornaliera e sacrificio personale acquisito una professionalità e di contro una vita di precariato ma gravitano tra i 35 e i 40 anni si tenda a relegarci in un LIMBO DI STATO SOCIALE DI INVISIBILITA’ senza capire che il termine giovani vada rivisto visto che oggi a 40 anni ed coltre si cerca ancora un lavoro e si viva anzi si sopravviva di precariato.
        SB

      • da silvia 29 gennaio 2014

        Grazie Pietro,
        le tue parole ridanno dignità ad una generazione (appunto tra i 30-40)
        che lavorano come precari e alternano periodo di lavoro
        a periodi di stenti, cercando di sopravvivere nei mesi in cui sono disoccupati.
        Sono d’accordo con te, non facciamo la guerra tra poveri, piuttosto incoraggiamo la collaborazione e la solidarietà tra i giovani. Quando leggo i limiti di età nei bandi,
        credo dovrebbero proprio essere eliminati, oggi dobbiamo aprire le porte anche al 50enne
        padre di famiglia che si ritrova senza lavoro. Tutti dobbiamo avere la nostra possibilità.

  3. da paola 16 dicembre 2013

    Signor Ministro, a proposito di quel che è stata definita “l’ampiezza del ‘bacino dei titoli di laurea’ ammessi alla selezione”, mi piacerebbe postarle alcune schede informatiche di reperto archeologico redatte, con ogni evidenza, da persona attinta da bacino altrettanto ampio. Proprio questa ampiezza, che corrisponde ad una non pertinenza, dei titoli richiesti rispetto alla materia da gestire, e che corrisponde altresì ad un’assenza di competenza o, se preferiamo, ad un’ inadeguatezza di competenze, rispetto al lavoro che si è chiamate/i a svolgere, produce disastri impresentabili. Pertanto, evito di postare l’impresentabile. Teniamo presente, però, che gli autori o le autrici di questi disastri sono state/i retribuiti, al di là della misura della retribuzione, e che lo son state/i anche coloro che hanno mal giudicato delle competenze di costoro. Proporrei: risparmiamo, tempo e denaro, e attribuiamo i compiti in base ai titoli e alla formazione, quella che c’è già, e lasciamo stare gli stage a pioggia, effimeri o destinati a creare nuove legioni di incompetenti retribuiti.

  4. da Antonio petrone 16 dicembre 2013

    Gentile e bravo ministro, la pregherei di considerare candidabili ai futuri bandi pubblici non solo i giovani sotto i trentacinque anni ma tutti i cittadini che dimostrano le capacita’ necessarie al singolo bando. Dico questo perche’ veniamo da un ventennio nel quale i laureati italiani, pur preparatissimi, non hanno avuto occasione… Conosco, e sono certo anche lei, storici dell’arte di cultura finissima e ultratrentacinquenni, che lavorano solo saltuariamente nel settore per il quale si sono formati… La invito a riflettere su questo tema. Un abbraccio. A P

  5. da Giada 17 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    è già qualcosa, ma ritengo che riconoscere il valore delle lauree umanistiche sia pressante in questo momento. Io non posso fare il lavoro di un economista, perché lui può fare il mio? In ogni caso, grazie per l’attenzione.

  6. da nunzia sodano 17 dicembre 2013

    Gentile Ministro Bray,
    nell’ambito umanistico perchè non è inclusa anche la laurea in lingue, culture e letterature moderne europee (L11)? a mio avviso è un paradosso dal momento che il mio corso di laurea è un ramo della facoltà lettere e filosofia.
    Distinti saluti
    Nunzia Sodano

    • da nunzia sodano 17 dicembre 2013

      Gentile ministro Bray,
      mi correggo, ho controllato i nuovi documenti aggiornati ed è presente la mia laurea
      Grazie per l’opportunità
      Distinti saluti

  7. da Mary 17 dicembre 2013

    per Nunzia…il problema è proprio che è inclusa la tua laurea….ma cosa cavolo c’entrano le lingue con la catalogazione dei Bb.Cc. Concordo con Antonio Petrone per quantoa il limite d’etád’etá…e avvi

  8. da Mary 17 dicembre 2013

    il problema resta…il limite d’etá non è ammissibile….e l’apertura a corsi di laurea non inerenti ai BB.CC. è assurda!!! Avviso tutti i funzionari che la mia generazione over 35 non è disposta poi a sistemare i danni fatti dagli incompetenti….gratis.!!! dovremmo farlo per l’amore della Cultura?….se non ci pensa il ministro non capisco perche ci dovremmo pensarci poi noi….funzionari e dirigenti non chiedeteci aiuto poi!!!!capisco

  9. da Mary 17 dicembre 2013

    scusate la forma ma sono giá sveglia da un’ora per andare in cantiere a farmi il mio scavo archeologico sottopagata!!!!

  10. da Valeria Vaticano 17 dicembre 2013

    Come cambia il bando! che poi sarebbe come dire: cambiare la presentazione ma mantenere la sostanza.
    Cito alcuni importanti punti:
    - “è stato ampliato il bacino” dalla richiesta del 110 al 100: carissimo Ministro il nostro scontento non era il voto! Noi chiedevamo che a dei laureati, con qualunque voto, si desse l’opportunità di lavorare e non di esercitarci ancora con un tirocinio formativo! Per avere qualunque voto ci siamo laureati, abbiamo acquisito crediti di scavo e probabilmente stage e tirocini li abbiamo abbondantemente sperimentati!

    - “è stato eliminato il vincolo di un determinato livello di competenza linguistica per l’inglese”: abbassare il livello delle competenze non aumenterà la sua popolarità! per altro Lei elimina da un bando pubblico una delle voci più importanti, la conoscenza di una seconda lingua, un passepartout per comunicare a livello internazionale e soprattutto nei confini della nostra contestata Unione Europea!
    Le garantisco invece che ci sta rimettendo in modo gravissimo la sua credibilità!

    - “Abbiamo introdotto, in aggiunta ai casi già previsti dal bando, la possibilità di un periodo di assenza di 15 giorni per motivi di studio”
    Ferie e malattie sono stati una conquista dei lavoratori, ma adesso dovrebbero essere principi inalienabili, e credo siano ancora difesi dalla Costituzione e dal Codice Civile!

    - “Abbiamo inoltre fissato a 600 ore annue l’impegno dei partecipanti per le attività di formazione”.
    Come sopra!

    Grazie Ministro, Lei non si limita a negare l’evidenza, non si limita ad agevolare una situazione in cui ci vediamo costretti a lavorare, magari sottopagati, ad impegnarci per impieghi che esulano i nostri titoli di studio e deludono le nostre aspettative, Lei si impegna a rubarci la speranza!

  11. da Vale 17 dicembre 2013

    Gent.Le Ministro buongiorno,
    Apprezzo moltissimo lo sforzo che lei e i suoi collaboratori affrontate giornalmente e sono molto contento che vengano apportate sostanziali modifiche per venir incontro a molti giovani in questo periodo difficile.
    Mi chiedo come mai non si possa partire da una votazione minima di 99/110 visto che da tale voto si è laureati a “pieni voti”?
    inoltre, perché non dare la possibilità di accedere al bando a tutti i laureandi nella sessione di Febbraio 2014 visto che l’inizio dell’anno di formazione è successivo al mese di febbraio?

    Cordiali Saluti
    V.

  12. da Odette 17 dicembre 2013

    Ma dimezzare i posti rendendo l’indennità almeno dignitosa era troppo difficile?

    Certo!

    livellare verso il basso risulta sempre la soluzione più popolare

  13. da Anna 17 dicembre 2013

    Una donna/uomo delle pulizie percepisce una retribuzione oraria più alta, esentasse e contributi. Ma che senso ha un bando del genere? Perchè partecipare? A quali sbocchi porta? Che valore aggiunge ad un curriculum? Perchè non prenderne la metà con una retribuzione accettabile e nell’ambito di un progetto di più lungo termine? E dunque quale sarebbe la programmazione dietro questo bando?Smazzare lavoro praticamente gratis in istituti gestiti da direttori che magari prendono 90 mila euro l’anno?
    Potevate chiamarlo “500 giovani per la cultura più 500 euro di mamma e papà che ti aiutano a sopravvivere per un altro anno”. Tristezza, fatevi un anno all’estero piuttosto di perdere tempo in questo modo.

  14. da Donata Zirone 17 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    il Suo gesto è sicuramente da apprezzare poiché denota la volontà di ascoltare i Suoi molti interlocutori. Trovo però che susssista una incongruenza (di forma e di sostanza) continuando a parlare di GIOVANI NEOLAUREATI: è infatti facilmente prevedibile che, oltre a molti neolaureati veri, cioè persone che se laureate in corso alla triennale hanno al massimo 23 anni, parteciperà, per mancanza di alternative, anche gente molto più matura (anagraficamente e professionalmente), per l’appunto fino ai 35 anni: e saranno proprio questi a vincere la selezione, perchè a parità di requisiti di ammissione, avranno più punteggio in base a stage, tirocini, specializzazioni, dottorati etc etc etc fatti nei tanti anni successivi alla laurea. Quindi ”giovani neolaureati” di fatto non ce ne saranno, in questo ”progetto 500 giovani”. E così si comincia già a bruciare un’altra generazione, continuando ad infierire su quelle già incenerite e carbonizzate. Se davvero il MIBACT avesse voluto rivolgersi a neolaureati, avrebbe potuto mettere il paletto dei due anni successivi al conseguimento della laurea, come succede regolarmente per alcuni corsi di perfezionamento e premi di studio.
    Cordialmente,
    Donata Zirone

    • da Valentina Vavassori 3 gennaio 2014

      Concordo pienamente. Al test sono ammessi solo i candidati con la valutazione dei titoli più alta, quindi un criterio poco meritocratico: chi come me ha 24 anni e si è laureato da meno di un mese in una materia pertinente (storia dell’arte), con il massimo, ha una certificazione inglese di livello B2 e pochi mesi di tirocinio, probabilmente non accederà neanche al test perchè privo di esperienza. inoltre non mi è chiaro se chi abbia una laurea triennale e il diploma di archivista abbia, se ha raggiunto il massimo in entrambe, più punti di un laureato con il massimo dei voti in magistrale (24 punti invece che 23).
      Cordialmente,
      Valentina Vavassori

  15. da Lisa Foa 17 dicembre 2013

    Gentile Ministro, non mi pare che abbia compreso granché almeno parte delle critiche che le sono state mosse: non è correggendo alcuni dettagli (per carità, importanti, ora il bando mi pare molto più presentabile) che cambia la sostanza di questa iniziativa, né probabilmente l’idea che Lei ha dei giovani professionisti del settore. Continua a rivolgersi a “giovani neolaureati”, propone la possibilità di assenza di 15 giorni per motivi di studio.. ma con questo bando, chiedendo eccellenza e titoli, si rivolge a chi sta tentando disperatamente di sopravvivere nel mondo del LAVORO, non a chi si sta formando. A mio parere inoltre sarebbe il caso non solo di “di favorire processi di formazione e di specializzazione dei giovani neolaureati” ma anche, e soprattutto, di avviarli nel MONDO DEL LAVORO.

  16. da Mary O. 17 dicembre 2013

    Gent.mo Ministro,
    è certamente da apprezzare il fatto che Lei abbia rivisto alcuni punti del BANDO “500 GIOVANI” ma in realtà il problema principale è quello di consentire la partecipazione anche con lauree per nulla attinenti al lavoro che dopo si andrà a fare.
    Così facendo ritengo che il nostro patrimonio culturale non ne trarrà alcun beneficio, perchè si parla di inventariazione e catalogazione. Per poter fare tutto ciò si presuppone che chi prenderà parte al tirocinio sia già formato in ambito umanistico e comunque sia cosciente del valore e di tutto quello che sottende al patrimonio per cui lavorerà.
    Perciò ritengo che bisognerebbe restringere il bacino dei partecipanti alle lauree umanistiche e aggiungerci al limite quelle informatiche o di natura digitale (visti i contenuti).
    Mi auguro che si faccia tutto ciò, altrimenti…mi dispiace dirlo… ma l’immenso ed inestimabile patrimonio culturale del nostro Paese resterà sempre indietro rispetto ad altri paesi dove (per fortuna) chi “lavora” con e per la cultura ha tutte le carte in regola e le competenze per farlo.

    Grazie per l’attenzione.

    • da S.T. 17 dicembre 2013

      Mary, grazie per ciò che ha scritto. Per quel che può contare, lo condivido in pieno. Tralasciando l’aspetto personale, una delle tante cose che mi sconcertano è, infatti, che così non si fa del bene né ai professionisti – a chi è già formato e lavora come e quando può, a chi professionista vuole e sta per diventarlo – né ai beni culturali. C’è lo stato d’animo di chi dopo anni di studio, di gavetta, di attesa non passiva rischia ancora più concretamente di vedersi cancellare e negare qualcosa che magari non ha mai neanche avuto. Richiamo il post di Rosanna, mi pare, in cui si parla di giovani che si vedono scavalcati da chi ha esperienza… chi scavalca chi? questione di punti di vista e, appunto, di (amara) esperienza. C’è una retribuzione, o bonus, o comunque lo si chiami purché non lo si faccia passare per stipendio, che – spero di sbagliare – potrebbe confermare l’opinione non così rara che il lavoro nei beni culturali non valga poi tanto: del resto, si presta così bene al volontariato! C’è infatti la postilla a questa opinione: chiunque, o quasi, può catalogare (e magari anche restaurare, etc…), e di conseguenza: si dovrebbe formare un certo numero di giovani, come pensa probabilmente chi non sa che esistono corsi universitari, post-universitari, professionali (se sono seri) e che le persone formate per tanti profili ci sono. C’è il bacino di provenienza dei suddetti giovani, che di fronte alla difficoltà di trovare lavoro si aggrappano a questa “opportunità” anche con la laurea in materie lontane anni luce (dicesi svoltare, ovvero a seconda delle circostanze anche piegarsi). E’ vero che sperimentare e cercare nuove strade è bella e buona cosa, ma questa storia è un po’ diversa da quella del supermanager che a cinquant’anni molla tutto e diventa viticoltore. C’è allora anche la possibile conferma di un’altra opinione, ossia quella che i beni culturali, se non possono essere “petrolio” (paragone a mio avviso pessimo perché porta a gravi equivoci), possano campare di, ed essere destinati a, interventi tampone e/o contributi finanziari inadeguati. Difficile, lo capisco, fare altrimenti quando – ci si trova alle prese con una situazione drammaticamente consolidata. Però un po’ più di considerazione nella redazione del bando la si poteva mettere dall’inizio.

  17. da Ermanno Nardelli 17 dicembre 2013

    Salve signor Ministro.
    Noto con dispiacere la mancanza della mia classe di laurea, tra le molte lauree che sono, in pratica, equiparabili al mio percorso.
    Volevo chiederle, con non poco stupore, il perchè siano incluse nel bando una gran mole di CLASSI tranne la LM12 “Design, comunicazione visiva e multimediale” ( http://www.coris.uniroma1.it/testo.asp?id=6115 ) dato che lo stesso corso tratta di Editoria, Architettura e Comunicazione, come visionabile dal link al pari (e forse meglio) di altre classi incluse nel bando.

    Cordialmente,
    Ermanno Nardelli

    Grazie.

  18. da andrea pascale 17 dicembre 2013

    come è possibile accreditarsi online io ho i requisiti l’applicazione mi chiede ancora il certificato europeo di lingua inglese (ora eliminato) come devo fare grazie

  19. da elena 17 dicembre 2013

    gentile ministro,

    per registrarsi, tramite procedura online, è ancora necessario autocertificare il possesso dei vecchi requisiti laurea 110 e livello B2 di inglese. quando verranno aggiornati?

  20. da Diego 17 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    Sono un archeologo laureato di 31 anni, ho lavorato già nel settore della catalogazione come numismatico, ovviamente retribuito quasi la metà del previsto. Ho lavorato gratuitamente “per amore della cultura e del nostro patrimonio” per ben 3 anni. Ora faccio il tecnico video sui set televisivi e cinematografici, i 416 euro li guadagno in 5 gg e senza bisogno di curriculum, voti, lauree et similia. Non sono felice, mettere il proprio sogno e gli sforzi volutici per cercare di esaudirlo nella pattumiera, non è facile. In Italia il mestiere dell’archeologo possono permetterselo in pochi, chi ha ancora una famiglia che può supportarlo e non viceversa. La ringrazio, ma resto laureato e scontento, i soldi mi servono…
    Chiedo scusa per gli errori, ma ho poca pausa dal lavoro (ben retribuito) e scrivo dal cell.

  21. da Debora Biagini 17 dicembre 2013

    Gentilissimo Ministro,

    Le scrivo per sfogare la mia grandissima indignazione per le modifiche al bando “500 Giovani”.
    Non solo è stato “ritoccato” un bando in corso ma sono stati abbassati nettamente i requisiti creando false aspettative ad ancora più cittadini.
    Non riesco a capire da cosa sia nata l’abrogazione della certificazione internazionale di Lingua Inglese. Io sono una ventinovenne che si è sempre impegnata e con spesa e sacrificio ha certificato le sue competenze linguistiche ed ora capisco ancora una volta che in Italia sapere le lingue straniere non serve a niente.
    E’ vergognoso abrogare un requisito soltanto perchè la maggior parte della gente “IGNORA” la Lingua Inglese! Se continuiamo così saremo sempre più ai margini della Comunità Europea e zimbello del mondo.
    Auguro a tutto il Ministero una buona selezione visto che con questi criteri si presenteranno moltitudini di giovani e non più giovani laureati!
    Naturalmente richiedendo una preselezione, precedentemente non necessaria, ci sarà un ennesimo spreco di denaro pubblico.

    Cordiali Saluti
    Debora Biagini

    • da S.T. 17 dicembre 2013

      Mea culpa: dopo aver letto le righe sul “come cambia il bando” avevo scritto che così era già meglio, il suo (D. Biagini) post mi ha spinto a leggere accuratamente la nuova versione. i titoli valutabili dovrebbero bilanciare l’apertura a classi di laurea estranee ai bb.cc., che continuo a trovare discutibile, e non vedo elencati corsi post-laurea, ma non insisto. alla realistica comprensione del come e perché si potrebbe avere un voto sotto il 110 pur essendo bravi, si affianca la sparizione della certificazione di inglese e, se non interpreto male, della conoscenza linguistica; le certificazioni ricompaiono però tra i titoli valutabili, a partire dal livello B1. immagino che il test includerà anche la lingua straniera, di colloquio non si parla, del resto gli esperti per farlo vanno pagati. quindi resta lo svantaggio di chi è fluente in inglese (o, a questo punto, altra lingua) ma non ha certificazioni. Come lei, Debora, ho scelto di investire i miei averi nei test, che ho pagato nel 2000 e rotti circa 100-120 euro se ricordo bene, la seconda volta 150, e sto già sudando freddo al pensiero della prossima volta (nb: per chi non lo sapesse, hanno validità limitata nel tempo). lo stesso discorso si potrebbe fare, se fosse contemplato anche in questo bando, per l’ECDL: ci sono persone abilissime nell’IT che non hanno alcun certificato. dunque, concordo circa la necessità – in generale, non solo per questi 500 giovani – di conoscere almeno una lingua straniera, ma non su quella della certificazione, ossia della scelta o della possibilità di spendere 200 euro proprio in questo: non sarebbe meglio una verifica come nei concorsi (vedi sopra)? insomma, il bando continua, e temo che continuerà anche dopo la fine dell’anno di formazione, a fare acqua. che peccato.

  22. da angelo 17 dicembre 2013

    Caro Signor Ministro, io controcorrente rispetto alla massa non approvo il cambio del bando, in quanto produrrà solamente centinaia di migliaia di domande, un aumento dei costi per le selezioni, un allungamento dei tempi. La solita battaglia fra poveri. Una volta tanto che si era ragionato solo per merito, siamo tornati miseramente indietro.

    Saluti
    Angelo

  23. da Rodolfo Colanera 17 dicembre 2013

    Molto bene! erano modifiche secondo me essenziali. Rimarrebbe giusto la questione economica che è veramente irrisoria per l’impegno settimanale, non che sia da aumentare di molto vista la natura formativa ma quel poco che basterebbe a renderla almeno più in linea con il periodo. Si perchè di questi tempi secondo me è meglio dare che tagliare. Di sicuro 200 euro in pù (in media al mese) non verrano portati in qualche paradiso fiscale! Comunque Ministro Bray le faccio i miei complimenti per aver ascoltato, accolto proposte e infine corretto il tiro del Bando. Vicinanza!
    RC

  24. da LINDA FERRARI 17 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    condivido con tutti il fatto che Lei ha saputo ascoltare e cercare di dare un’opportunità ai giovani che hanno scelta di laurearsi nell’ambito culturale per amore e passione di un’arte italiana che nessuno altro stato vanta. Io sono basita e demoralizzata di fronte allo scempio in cui versano siti archeologici, musei, palazzi storici, residenzi, ecc.. quando all’estero il poco che hanno è valorizzato al mille per mille. Ma non voglio polemizzare di più di quello che ormai già si sa, vorrei solo dire che da quasi 5 anni sono laureata con specializzazione in storia dell’arte e mai, ripeto mai, ho lavorato in questo settore… zero oppurtunità, zero fortune! Faccio un altro lavoro con insoddisfazione e tristezza (unica cosa un lavoro ce l’ho), e ho deciso di affrontare questo bando anche con la bassa retribuzione, forse perdendo il mio attuale lavoro ma ascoltando la mia passione e inseguendo il sogno di una vita. Con la speranza di accedervi…
    Saluti Ministro Bray…

    Linda Ferrari

  25. da Lorenzana Bracciotti 17 dicembre 2013

    Gentile Ministro Bray,
    apprezzo la sua attenzione e apertura verso le obiezioni mosse da molti di noi, ma continuo a vedere ancora molte incongruenze anche nel nuovo bando:
    - se è un’iniziativa di formazione postlaurea, dovrebbe essere riservata effettivamente ai soli neolaureati: cioè a chi abbia conseguito il titolo da non più di due-tre anni, a prescindere dall’età.
    - per tutti gli altri laureati si dovrebbero prevedere altre forme di inserimento nelle attività promosse dal Ministero. Vorrei sottolineare che si tratta di persone che, se non hanno cambiato mestiere, si sono costruite nel frattempo un bagaglio di esperienza lavorativa e, spesso, di ulteriore formazione (pagata di tasca propria). E probabilmente sono iscritte nelle numerose graduatorie, shortlist, liste di esperti attivate dalle varie Soprintendenze o dagli enti preposti. Sarebbe doveroso riconoscere il valore dei loro curriculum. Cioè di tutta la fatica che hanno profuso.
    - Il bando, invece, rischia di ridurre ancora di più le loro già scarse opportunità: perché nel 2014/2015 molti incarichi saranno probabilmente svolti dai tirocinanti del bando, perché le tariffe saranno di conseguenza riviste al ribasso e perché, come ricordato da vari colleghi prima di me, si profila la possibilità di assunzione per alcuni dei tirocinanti, senza nuovi concorsi aperti a tutti.
    - I requisiti, per concludere. E’ giusto che siano elevati e restrittivi: il problema è che cambiano di continuo, assumendo forme anche paradossali (ricordo ancora il pasticcio del 2009, con il “diploma di archivistica, ma solo se acquisito dopo la laurea”). Sarebbe un bel segnale, da parte di questo Ministero, riuscire a fissarli una volta per tutte. Stabilire, da oggi e per i prossimi cinque secoli, quale voto di laurea sia richiesto e quali certificazioni di lingua o di informatica; quali ulteriori specializzazioni/pubblicazioni/attività pratiche meritino un ulteriore punteggio e in che misura; quali lauree siano ammesse e quali no.
    Con tutto l’impegno che ci mettiamo, e non da oggi, penso che ce lo possiamo meritare.

  26. da Arianna 18 dicembre 2013

    Gentilissimo Sig. Ministro,
    apprezzo la sua prontezza nel recepire le osservazioni che da più parti le sono state fatte circa la pubblicazione di questo bando.
    A mio parere sarebbe necessaria un’ulteriore modifica per quanto riguarda i titoli di laurea ammissibili. Anzitutto ammettendo lauree non pertinenti alla conservazione e valorizzazione dei beni culturali si rischia di far passare il concetto che il nostro sia un settore che non necessita di professionalità specifiche, che chiunque possa occuparsene (come se fosse un semplice interesse da coltivare nel tempo libero, cosa che effettivamente in molti pensano).
    In secondo luogo la trovo una mancanza di attenzione nei confronti di quanti hanno scelto un percorso universitario totalmente incentrato sui beni culturali e che con questo titolo di studio non hanno certo visto aprirsi molte opportunità lavorative, sicuramente non le stesse cui è possibile accedere con una laurea in ingegneria, economia o scienze politiche.
    Spero che terrà in considerazione questa riflessione. La ringrazio per la cortese attenzione.
    Cordiali saluti

    Arianna

  27. da Fiorella Fiore 18 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    prima di tutto voglio dirle che apprezzo, come molti, la sua capacità di ascolto e di dialogo con tutti noi. E’ proprio in virtù di questa sua capacità che mi rivolgo a Lei. Ho fatto parte del coro di critiche, ho letto quelle dei miei colleghi: non mi sembra davvero che la richiesta fosse quella di abbassare la soglia di merito, forse l’unica nota positiva del bando.

    Abbassare il voto di laurea, ampliare la rosa dei candidati a lauree non idonee, non fa bene alla Cultura. La catalogazione è una cosa seria. Io, in quanto storico dell’arte, non mi arrischio a fare traduzioni professionali e non mi metto a fare business plan per le aziende.

    Ora più che mai è necessario dare un segnale forte per valorizzare le competenze.

    L’unica modifica coerente con quello che viene pubblicizzato come bando di formazione sarebbe stata, data l’impossibilità di trovare altri fondi, abbassare il numero dei partecipanti, per dar loro un’indennità dignitosa. Un bando per meritevoli laureati dei vari corsi di laurea afferenti il campo dei SOLI Beni Culturali, per una bellissima esperienza formativa nel Ministero.

    Queste ulteriori modifiche, mi perdoni, hanno solo peggiorato un bando già di per sè disastroso.

    Quello che in coro le stiamo chiedendo è di fare scelte coraggiose.

    Ho a che fare spesso con le Soprintendenze e pur comprendendo la situazione di crisi che affronta tutto l’apparato, non si può più nascondere la testa sotto la sabbia. L’Italia non può più permettersi più di 4000 musei aperti 11 ore al giorno, un escamotage utile solo agli addetti alla vigilanza per avere l’indennità di turnista. Non si può più accettare che sia il Ministero delle Finanze a gestire gli introiti dei Musei Statali come determinato dalla finanziaria del 2008. Non si può più lasciare il sistema ingessato dalla burocrazia. I fondi per assumere personale QUALIFICATO, del quale tutto il sistema ha senza alcun dubbio bisogno, si trovano tagliando i rami secchi.

    Deve avere il coraggio di cambiare davvero la rotta. Diversamente, sarà difficile rialzarci dall’abisso in cui siamo sprofondati.

    Con sincera ammirazione,
    Fiorella Fiore (Storico dell’arte)

  28. da giacoma 18 dicembre 2013

    Gentilissimo ministro Bray, sono molto felice che abbia invece eliminato la voce della certificazione per l’inglese, visto che molti non hanno neanche avuto ne modo ne tempo di poter frequentare un corso apposito. Sono invece convinta che la priorità debba invece basarsi sul voto massimo e sulle reali competenze che ha ogni partecipante, cosa che verrà fuori anche dal test!

  29. da vale 18 dicembre 2013

    Gentilissimo ministro Bray, avete fatto bene a togliere l’obbligo della certificazione d’inglese, mi auguro solo che terrete conto degli ultimi laureati che sono usciti con ottimi voti proprio da una laurea in storia dell’arte, e che sperano di esercitare in futuro un lavoro adeguato a ciò per cui hanno studiato! Sperando che si tenga davvero conto della valutazione e dei titoli, e non si cerchi invece di inserire qualche raccomandato…

  30. da Valeria Trupiano 18 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    sono tra quanti criticano il limite di età previsto per partecipare al bando. Per più di una ragione.
    Prima considerazione. Noi “generazione perduta” (tra i 30 e i 40 anni) siamo sballottati da media e politici dentro e fuori la categoria “giovani”, a secondo delle convenienze: “ancora troppo giovani per…”; “non abbastanza giovani per…” come in questo caso. Il risultato è lo stesso: laureati col massimo dei voti, ultra formati con dottorato e postdottorato, conoscenza dell’inglese, e magari scuola di specializzazione relativa ai beni culturali, nel migliore dei casi, precari, se non disoccupati. Perché non possiamo avere anche noi, ultra trentacinquenni, l’opportunità di partecipare a un bando, formarci ulteriormente, avere un’entrata economica (modesta sì ma meglio dell’attuale “niente”) e, soprattutto, un punteggio a fine tirocinio che, come recita il bando, sarà valido ai fini di un eventuale concorso al Mibac – visto che poi gli altri titoli dei curriculum-lenzuolo non vengono presi in considerazione ai fini del punteggio?!!
    A questo aggiungo una questione personale, ma che probabilmente non riguarda solo me e ha a che fare con i diritti, diritti che di fatto riguardano principalmente le donne. Trattandosi di un concorso pubblico – se pur per un tirocinio e non per un posto di lavoro – la legge prevede l’innalzamento di età per ogni figlio vivente per un massimo di cinque. Questo diritto non viene preso in considerazione nel bando ledendo i diritti di chi, pur nella crisi economica e nell’incertezza e precarietà non solo lavorativa ma anche esistenziale che ne discende, non ha rinunciato a fare una famiglia.
    Seconda considerazione. Il Mibac, e il mondo “del pubblico” in toto, dovrebbe aspirare al meglio – tanto più in un settore centrale per il nostro Paese come la cultura: selezionare il personale, anche da formare, sulla base del merito – lasciando a margine politiche populiste rivolte a presunti “giovani” e che guardano, ancora una volta, al “pubblico” come “ammortizzatore sociale”, prospettiva che non sembra lontana da quella che ha ispirato il bando e che ha portato alla deriva ambiti potenzialmente strategici di questo paese.
    Sì, è una guerra tra poveri. “Guerra” che non abbiamo voluto noi; “povertà” che non abbiamo creato noi. Dateci l’opportunità di LAVORARE per la pace e la ricchezza di questo Paese. Abbiamo le competenze e le motivazioni per farlo: perché, ancora una volta, vengono messe all’angolo?!
    Cordiali saluti,
    Valeria Trupiano

    • da S.T. 18 dicembre 2013

      Buongiorno Valeria, ne approfitto per sottolineare che la pessima scelta di allargare il titolo d’accesso a lauree di ogni classe e genere (poi restiamo scandalizzati quando si scopre un odontotecnico che fa prestazioni da dentista…) fa il paio con la mancanza, tra i titoli valutabili, di specializzazioni, dottorati, perfezionamenti… ma chi ha redatto il bando lo sa che esistono… lo sa, vero?

  31. da Giovanni 18 dicembre 2013

    Posso allora porre una legittima domanda? Per inoltrare la candidatura a modifiche del bando avvenute, dobbiamo attendere una successiva stesura o siamo liberi di farlo già ora? Ci sono dei documenti ufficiali diversi a cui fare riferimento?

    Grazie Ministro, senza la certificazione linguistica ora posso almeno partecipare al bando. Con una conoscenza dell’inglese maturata (ma non certificata) pari a un C1 e una laurea con 110, mi sentivo veramente inerme davanti al vincolo del certificato!

  32. da Francesca Roncoroni 18 dicembre 2013

    Onorevole Ministro,
    concordo con alcuni colleghi su vari punti tra cui:
    1-se si tratta di beni culturali che siano ammessi solo coloro che hanno laurea in beni culturali o laurea vecchio ordinamento con tesi su materie correlate ai beni da catalogare o altre lauree, dottorati o specializzazioni sempre e solo collegate a quanto si deve fare.
    2- il criterio del voto può essere utile a scremare, indubbio, ma le ricordo che per laurea a pieni voti si intende da 99 a 109 mentre 110 è pieni voti assoluti. Quindi andrebbero compresi anche i laureati con 99. Non lo dico io, ma le università.
    3- La competenza linguistica certificata molti non ce l’hanno, ma sono poliglotti e dunque? Un esempio (io non concorrerò perchè sono già dipendente del MIBACT) ma parlo fluentemente l’inglese e lo scrivo decorosamente. Parlo Portoghese. Leggo e utilizzo quotidianamente testi in Inglese, Francesce, Portoghese, Spagnolo, Tedesco.
    E prevedo a breve di iniziare un corso di arabo. Quindi bene che sia stato espunto questo requisito.
    4. Non concordo sul requisito dell’età in relazione al tipo di compenso. Meno posti e più alto il compenso. Questo sarebbe giusto e decoroso. Posso ammettere anche che un mio coetaneo svolga questo tipo di tirocinio, perchè in questi periodi di difficoltà, se ne avessi bisogno, parteciperei anche io.Tuttavia non ritengo che il compenso sia equo.
    5.Ciò che è da rivedere profondamente è cosa si vuole fare dei professionisti dei beni culturali. Vogliamo creare schiere di specialisti (se tali possono essere denominati dopo un corso di formazione aperto di fatto al mondo universo) che poi chiedereanno di essere inseriti in un settore che al momento non li può accogliere e che dovranno ripiegare tristemente su qualcosa che non c’entra nulla? Cosa ne pensa della generazione perduta 35-45enni che non sono riusciti a inserirsi nel settore o lo hanno fatto rinunciando a famiglia e diritti in quanto sotto-pagati (parlo dei colleghi che lavorano nei cantieri, dove ho lavorato per anni anche io).
    Il Ministro si è sposto il problema di quanto poco spesso vengano pagati e delle forme di abuso di contratti di lavoro nei loro confronti? Sa cosa vuol dire farsi ridere in faccia da muratori e carpentieri quando paragonano i nostri livelli di paga ai loro? In fin dei conti chi lavora nei cantieri lavora per un datore di lavoro finale che è il Ministero (anche se di mezzo ci sono cooperative o società varie).
    6. L’Aran ha realizzato mesi (ormai anni) fa una revisione dei compiti e delle responsabilità degli assistenti alla fruizione ma di fatto molte Soprintendenze non utilizzano le risorse interne per far svolgere lavori qualificati (avendo già personale altamente qualificato perchè ha fatto una gavetta di anni e anni prima di vincere il concorso indetto nel 2008). La situazione attuale di alcune categorie lavorative all’interno del Ministero è molto eterogenea a livello di livello di formazione e mettere in evidenza la possibilità di includere altro personale sulla base di corsi di formazione svolti su un background non specialistico rischia di creare in primo luogo illusioni in secondo una ulteriore disomogeneità e difficoltà di gestione del personale.
    Cordiali saluti,
    Francesca Roncoroni

  33. da patrizia 18 dicembre 2013

    REQUISITI ABBASSATI –> PAGA ALZATA??????? WHAT??????
    Adesso che la paga è quasi dignitosa, anche i requisiti di accesso devono esserlo: titoli attinenti ed esperienza di schedatura/catalogazione/digitalizzazione.
    Le nostre laureee sono ‘deboli’, le poche risorse che ci date non le vogliamo dividere con i laureati in economia! e scienze della comunicazione, che vadano a fare il master in mediobanca!
    E cambiare il titolo del bando: non più 500 giovani MA 500 GIOVANI PROFESSIONISTI DELLA CULTURA
    E prima di parlare di STABILIZZAZIONE pensate dieci volte alle PARTITE IVA già operativi presso gli istituti culturali.
    Il mio consiglio è BUTTATE IL BAMBINO CON L’ACQUA SPORCA: annullate il bando così mal nato e ripartite i fondi tra le soprintendenze.
    Sapeste quante volte ho partecipato a bandi di assunzione per musei, biblioteche….IN UN BALENO ANNULLATI senza nessuna spiegazione!

  34. da elena squizzato 18 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    come sarà possibile far rientrare questo tirocinio formativo (illustrato nel bando per 500 giovani) nelle norme che regolano la disciplina in merito ai tirocini della Regione Veneto (http://www.regione.veneto.it/web/lavoro/tirocini#tirocinioformativo)? In veneto è possibile fare tirocini formativi della durata massima di 6 mesi. Inoltre, quale sarà il soggetto promotore? il mibact? Lo sa che in veneto i tirocini formativi sono riservati solo alla categoria dei cosidetti neolaureati (max 12 mesi dalla laurea)? Così come esiste una serie di norme per una regione (nel mio caso il Veneto), ne esistono altrettante per ogni regione italiana. Come affronterà queste diversità ?
    saluti

  35. da Maria 18 dicembre 2013

    Gent.mo Sig. Ministro,
    apprezzo la sua volontà di venire incontro alle migliaia di giovani che in questo periodo si trovano come me a non sapere che strada lavorativa intraprendere.
    Però sono arrabbiata. Non è giusto cambiare un bando a piacimento: non si tratta di migliorie, ma di una maggiore competizione che a mio avviso creerà solo confusione (costi e allungamento dei tempi). Questa è la serietà e il rigore italiano? Cambiare le carte in tavola per ottenere maggiore consenso?
    Su una sola cosa concordo: la diminuzione del monte ore complessivo.
    Sono stata davvero contenta di leggere questo bando quando è uscito nella prima versione e ricordo di aver pensato: “finalmente i miei sforzi potranno essere premiati, la “raccolta titoli” sarà servita a qualcosa”. E invece no, le cose sono cambiate.

    E penso, con malignità: e se fosse stato fatto per tutta quella gente che ha in corso un tirocinio, ma non ha il tempo di prendere una certificazione linguistica di livello b2 (prima requisito minimo, ora extra)?
    Ma no, mi rispondo, non si può arrivare a tanto, io credo ancora nelle Istituzioni… non saranno più le solite persone ad andare avanti, e noi, poveri figli di gente qualunque, a restare sempre con l’amaro in bocca.
    E adesso voglio vedere: la domanda la inoltro, perché al giorno d’oggi ogni lasciata è persa, ma con scarsa convinzione di veder finalmente riconosciuto il mio valore.
    Molte cose non mi sono ancora chiare:
    - la mia laurea compare in due ambiti diversi, secondo quale criterio dovrei scegliere l’uno o l’altro?
    - i quiz a risposta multipla: saranno identici per tutte le aree? O saranno predisposti in base all’ambito prescelto?
    Sarebbe stato opportuno integrare il bando con queste informazioni: a causa della maggiore concorrenza introdotta dagli ultimi cambiamenti, la scelta dell’ambito e della regione diventa strategica (e stiamo parlando di un concorso, non di una battaglia!) per sperare di accedere alla seconda fase del concorso.

    Delusa.

  36. da Sandro 18 dicembre 2013

    Al Ministro faccio notare che l’applicazione per la registrazione non consente l’accesso a quanti possono far valer l’elevazione del limite di età che per legge spetta a coniugati con figli. Grazie.

  37. da Rosa Marulo 18 dicembre 2013

    Una proposta.

    Gentile Ministro,

    senza fare polemiche, Le presento brevemente una proposta di formazione.

    Abbiamo la possibilità di investire 2,5 miliardi in formazione. Bene. Perché allora non affidarla agli organi più qualificati, ossia alle Università? Perché non collaborare tra Ministeri e istituire delle borse di dottorato? Magari prevedendo periodi in stretto contatto con archivi, biblioteche, musei, scavi… La possibilità di andare all’estero, poi, garantirebbe quell’apertura e miglioramento delle competenze linguistiche che, a mio avviso, sonoo fondamentali per chi lavora nel settore dei beni culturali, tanto quanto una buona preparazione tecnica. Non ci rivolgiamo infatti solo ad un’utenza nazionale.
    Non potremo esibire grandi numeri, non avremo occupato 500 persone, ne avremo formate forse 50 ma a quelle 50 avremo dato quanto di meglio il nostro paese sa offrire, un titolo alto e prestigioso, una vita dignitosa per tre anni.

    Molto altro ci sarebbe da dire e più dettagliatamente, ma per ora limito l’intervento a questo suggerimento.
    Cordialmente,
    Rosa Marulo

  38. da Linda Coppi 19 dicembre 2013

    Egregio Ministro Bray,
    sono molto lieta che Lei stia cercando di dare nuove opportunità ai giovani, ma come le è stato fatto notare in altri post, la generazione a cui dare l’opportunità di dimostrare il loro valore va dai giovani neo laureati sino ai quarantenni. Personalmente dei miei trentasette anni ne ho passati 13 a collaborare con la Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino e la SBAPSAE sempre di Firenze. Anni iniziati con uno stage formativo di 8 mesi (non retribuito) e continuati con la collaborazione per la catalogazione nei diversi progetti che si sono susseguiti negli anni, come ArtPast per la digitalizzazione delle schede cartacee di catalogazione sino ai corsi per il SICAR e la sperimentazione della nuova piattaforma SIGECWEB e molto altro. Ad oggi, io come moltissimi dei miei colleghi, siamo più che formati, potremmo a nostra volta formare altre figure professionali, sia nella catalogazione che nell’allestimento di mostre o nell’amministrazione. Figure qualificate, sia nella pratica lavorativa che nei titoli accademici, principalmente tutti con Specializzazione post laurea. Ma il meccanismo si è inceppato da molti anni, fatta eccezione per il concorso per custodi, dove l’Italia oggi può tristemente vantare che ha i custodi più qualificati del mondo tra lauree, specializzazioni e molte volte anche con l’aggiunta del titolo di dottorato di ricerca, non è stato più fatto nulla.
    Se mi permette vorrei darle un consiglio per il suo lavoro. Ho notato negli anni che il Ministero ha una percezione distorta di ciò che realmente accade nelle Soprintendenze, dei fondi a cui possono accede, diversi per i Poli speciali e le Soprintendenze ‘’normali’’a molti funzionari che lavorano più del dovuto perché non hanno collaboratori a cui smistare il lavoro.
    Il mio consiglio: prima di fare nuovi bandi faccia un personale giro nelle diverse Soprintendenze, parli con i funzionari non solo con le Direzioni Generali o con i Soprintendenti ma con tutti i direttori, dall’Ufficio Catalogo, all’Ufficio Esportazioni, ai Corpi di Guardia ecc ecc e comprenda ciò di cui hanno bisogno e quali i progetti di ogni uno di loro per sviluppare la cultura. Di progetti concreti che potrebbero dare nuovo lustro e guadagno all’Italia ve ne sono molti, e percorrono le Soprintendenze di tutta la penisola.
    Mi perdoni se mi permetto di darle questo consiglio, che capisco le prenderebbe molto tempo ma non sarebbe tempo sprecato: in una famiglia per andare avanti i genitori devono comprendere e sostenere le esigenze dei propri figli e progettare insieme un futuro migliore.
    Cordialmente
    Linda Coppi

  39. da Nadia 19 dicembre 2013

    Dal canto loro, i precari parlano da precari e hanno le loro ragioni.
    Io invece parlo da specializzanda in biblioteconomia che non ha *mai*
    ricevuto retribuzione. Ognuno ha le sue ragioni, la situazione è tragica
    per tutti, ormai è una guerra tra poveri, etc., non c’è dubbio.

    Posto questo, punterei l’attenzione sul rapporto titoli-quiz: visto che
    la selezione si basa su valutazione di titoli e superamento di un quiz,
    mi chiedo perché non sia stato introdotto un limite al punteggio per
    titoli.
    Non trova ingiusto che chi da qualche anno ha un contratto di
    qualsiasi natura in biblioteche etc., possa totalizzare un punteggio
    così alto (l’allegato 3 attribuisce un punto per ogni mese) da poter
    guadagnare un ottimo posto in graduatoria paradossalmente pur consegnando in bianco il
    foglio del quiz? A occhio e croce, per chi ha già maturato un paio
    d’anni di lavoro potrebbe pure succedere. E allora, toglietelo,
    il quiz! E soprattutto: che non si parlasse di formazione.

  40. da patrizia 20 dicembre 2013

    Gentilissimi, ho postato un commento due giorni fa. Vorrei sapere perchè non è stato ancora pubblicato.
    Io, ora e durante le feste, sono al lavoro per tenere aperta una biblioteca, confido in una vostra equivalente OPEROSITA’, GRAZIE

  41. da patrizia 21 dicembre 2013

    Gent.le sig. Ministro le esprimo i miei apprezzamenti ed auguri per quello che sta cercando di fare in ambito culturale.
    In merito al bando in questione, credo sia impossibile tener conto di tutte le realtà particolari e che sia giusto inserire dei limiti nelle votazioni finali dei corsi di laurea/ diploma.
    Mi spiace solo che un master specialistico in Progettazione e Comunicazione dei Beni Culturali (Università di Firenze) con votazione 110 e lode, non consenta a mio figlio di partecipare.
    Per concludere a cosa serve aver conseguito un master post laurea? Solo ad accrescre la propria cultura personale.

  42. da Cesare Igor 21 dicembre 2013

    Gentile Ministro

    Salve

    Penso di poter affermare, vista la penosa situazione nella quale versa il Paese, come vi sia alla radice di questo bando un’aporia ingiustificabile.

    Ritengo ci si possa considerare a buon diritto giovani in una fase di vita assai anteriore al limite cronologico indicato o sarebbe meglio dire, imposto dal testo del concorso, quale barriera invalicabile per un’eventuale partecipazione alla selezione.

    Credo fermamente si debba offrire alle persone una possibilità di cambiare la propria esistenza con una modalità di scelta meno arbitraria e più coerente con la realtà.

    Ma voi siete così sicuri che esclusivamente fra gli appartenenti alla fascia di età in questione si possano nascondere, anzi, data l’arbitrarietà dei burocrati che hanno scritto il bando, si celino (senza possibilità che non vi siano, per carità) menti eccelse e adatte al progetto lavorativo che le attende, solo per perché rientranti nella categoria fisico/concettuale dei cosiddetti giovani?

    Ma allora, se proviamo un attimo solamente a chiamare le cose ed i fatti con il proprio nome, perché non indire un concorso anche e soprattutto, dato il crudele scorrere del tempo, per coloro i quali giovani non lo sono più?
    O vogliamo tranquillamente dimenticarci del resto, perché ritenuti ormai non più produttivi per chissà mai quale arcana ragione, che invito chiunque a dimostrare.
    La risposta più probabile potrebbe essere senz’altro:” Ma che ce ne facciamo degli over 35, ormai costoro hanno perso il loro treno…”
    Risposta plausibile certo, ma non sufficientemente convincente…

    Signor Ministro, credo che in un Paese democratico quale si dichiara il Nostro, non si debba privare nessuno, soprattutto relativamente all’età anagrafica, della possibilità di dichiarare le proprie potenzialità in un determinato campo del sapere, nel quale un individuo ritenga possa offrire il proprio contributo personale.

    In merito alla formula scelta del tirocinio di formazione, è senz’altro un’ottima idea quella di preparare adeguatamente ad una specifica professione delle persone, a quanto pare di variegata estrazione culturale, quanto a curricula studiorum, alle quali però, scaduto il periodo di formazione, consegnato loro l’attestato di partecipazione, non viene data alcuna rassicurazione su un’eventuale assunzione futura…
    Siamo alle solite, l’Italia è ormai il Paese delle speranze disattese…

    Eppure viviamo in una Nazione con uno sterminato patrimonio culturale di vario genere, non sto qui a citarne l’immensa mole, anche se sarebbe d’uopo, giacchè a molti è saltata di mente…è mai possibile che non si riesca a indire un concorso pubblico a tempo indeterminato per tutti, giovani e non giovani, ovviamente diviso per differenti aree di competenza?

    Ho provato un piacere misto a meraviglia nell’aver notato il voto di laurea scemare da 110 e lode a 100, come anche la scomparsa del requisito relativo alla lingua, sebbene siano solo pezzi di un puzzle che rimane totalmente deficitario relativamente alla gran massa degli esclusi…
    I voti come i numeri non parlano di anime, ma solo di cifre…
    Il problema dell’Italia risiede proprio in questo: troppi dati e poca sostanza.

    Come si può poi sostenere di privilegiare un individuo di 35 anni a scapito di un altro che ne ha 36? Mi scusi Ministro, ma che senso ha tutto ciò?
    Come nello studio della storia sappiamo benissimo quanto possano contare le periodizzazioni del tipo Alto/Basso Medioevo, vista la facilità disarmante con cui si infiltrano e si intersecano fra loro tendenze e spinte culturali, così, mutuando la lezione dalla storia, favorendo la molteplicità e l’imprevedibilità degli influssi temporali, perché non considerare il fattore età un fatto non peggiorativo per tanti individui, i quali, per le più svariate ragioni, visto il mondo in cui viviamo, si trovano in una condizione di svantaggio?

    Poi, fra i requisiti richiesti, stranamente non vedo il possesso del titolo rilasciato dalla Scuola Speciale Archivisti e Bibliotecari di Roma, oggi denominata Scuola di specializza zione in beni archivistici e librari dopo il riassetto di questi organi universitari, depositari ormai purtroppo anch’essi del sistema dei crediti, che, a mio parere, ha frammentato e impoverito l’attuale mondo universitario, ma lasciamo stare…
    è un’assenza che sinceramente non mi spiego.
    Credo si debba compiere un ampio passo indietro e pensare di operare una scelta più pluralista, soprattutto in una società sempre più squassata da un selvaggio spirito individualista che, per sua stessa natura, non guarda in faccia nessuno.

    Cordiali saluti.

  43. da elena squizzato 21 dicembre 2013

    Perchè non viene pubblicato il mio commento del 18 dicembre?

  44. da Maria Antonietta Conte 23 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    trovo ridicola e pennosa la scelta di limitare il bacino di utenti candidabili al bando a chi ha conseguito una laurea con 100, tanto più con 110. Io personalmente mi sono laureata con 98, e le sembra giusto che per tale motivo dovrei essere esclusa dal bando?
    Tanto di cappello a chi è riuscito a laurearsi con 110, ammesso che abbia ottenuto tale voto solo con le SUE forze e non con l’aiutino di qualcun altro, ma mi sembra ingiusto escludere tutti gli altri che hanno fatto sacrifici per potersi laureare, dove Per sacrifici intendo sia quelli economici( perché l’università costa) che fisici.
    E’ assurdo che in un momento di crisi come questo voi non aiutate noi giovani alla ricerca di un occupazione e che coscientemente abbiamo deciso e scelto di affrontare un percorso difficile come quello dei beni culturali. E’ assurdo che in Italia abbiamo il 90 % delle opere d’arte che CADE e va in ROVINA, vedasi Pompei. E’ assurdo ed indegno che noi dobbiamo andarcene dall’Italia per trovare lavoro all’estero perché qui siete in grado di fare leggi e bandi soltanto per voi e per sistemare qualcuno di Vostra conoscenza.
    Mi perdoni Sig. Ministro, forse non sarà il suo caso, ma sa benne che le cose stanno così.
    Sarebbe più opportuno e conveniente per tutti allargare il bando di concorso a TUTTI i laureati perché non è detto che chi ha avuto una valutazione superiore valga più di me o chiunque altro.
    Distinti saluti
    Maria Antonietta Conte

  45. da mino 23 dicembre 2013

    Gentilissimi,

    in prospettiva del test a risposta multipla, quali potrebbero essere i testi sui quali soffermarsi per la preparazione allo stesso?

    Grazie!

  46. da patrizia 2 gennaio 2014

    Leggo meglio il bando: il ‘giovane’ può assentarsi dal programma per 15 giorni, per motivi personali (dunque vacanze e, soprattutto, altro impiego per sopravvivere!).
    Levati domenica e festivi, e presumo i sabati (gli istituti che catalogano sono chiusi) , facciamo due conti: 365-130= 235 giorni in cui il ‘giovane’ deve essere presente nell’istituzione culturale.
    Dunque 600 ore:235 giorni di presenza=2,55 ore al giorno. Molto compatibile con le esigenze della nostra vita!
    I ‘nostri’ non sono riusciti a scrivere un solo comma senza insultare la logica: se in un contratto c’è un monte ore, come in tutti i contratti a progetto, non c’è bisogno di PRESCRIVERE UNA PRESENZA sul luogo di lavoro. Sennò si finisce a dipendere dalla flessibilità del funzionario che ti gestisce. L’attuale monte ore è compatibile con le esigenze di un ‘giovane professionista’, a patto di non vincolarlo con una contabilità delle presenze, tipica di un lavoro di tipo impiegatizio.
    Ma ce l’avete un giuslavorista che vi guarda i bandi??
    RIFATELO TUTTO! Dai requisiti alla modalità di svolgimento! O Annullatelo!

  47. da francesco 2 gennaio 2014

    scusatemi ma pur essendomi iscritto al login del ministero dove si scarica la domanda di partecipazione al concorso visto che non trovo nulla da nessuna parte?

  48. da iliana 3 gennaio 2014

    Salve Ministro,

    solo alcune domande:
    1) Come mai in un bando di concorso ministeriale e pubblico non vengono indicati tempi, modi e argomenti dei quiz a risposta multipla? Di norma nei bandi pubblici dovrebbe essere indicato il tempo che si ha a disposizione, il numero di domande previste, gli argomenti trattati (se specifici o di cultura generale) e via discorrendo….non crede sia giusto che i partecipanti lo sappiano? Ho letto più volte il bando e oltre l’indicazione generica “test con quiz a risposta multipla” non vi si menziona altro! Sarebbe possibile integrare il bando con le informazioni necessarie a sostenere il test come avviene in tutti i normali bandi di concorso?
    2) Come mai un bando che prevede come sua stessa denominazione ed attività principale “digitalizzazione del patrimonio culturale italiano” non prevede nella preselezione per titoli punteggi relativi al conseguimento di certificazioni attestanti conoscenze specifiche nell’ambito dell’informatica tipo patente europea e simili?
    3) Come mai, seguito abrogazione della lettera B del bando che prevedeva come requisito minimo la certificazione livello B2 di inglese, nella tabella allegato 3 non si fa più menzione alla lingua inglese nello specifico? Valgono, dunque, anche attestati di altra lingua?
    Mi piacerebbe ricevere risposta alle mie domande
    Grazie mille
    Cordiali Saluti

  49. da Gabriella 5 gennaio 2014

    On. Ministro Bray

    Contrariamente a ciò che le viene richiesto in altri commenti, la pregherei cortesemente di ampliare l’età d’accesso del bando almeno fino a 40 anni per consentire ai giovani con esperienza di poter partecipare a un progetto tanto importante per il Paese. In tal modo la rosa dei candidati potrebbe essere più in grado di riflettere e parzialmente risolvere l’annoso problema di disoccupazione che tanto grava sulla prosperità dell’Italia.
    Grazie.

  50. da Giuseppe 5 gennaio 2014

    Salve ministro Io credo sia stato giusto aver effettuato tali modifiche, ma no si può lasciare un requisito come quello dell età come vincolo di un concorso… È diritto di tutti poter partecipare. Chi ha piu punteggio passa.. Un quarantenne o quarantacinquenne che purtroppo non per sua colpa fa parte di una generazione dimenticata, che ha studiato come tutti e nn lavora ancora cosa deve fare? A quarant’anni si deve lavorare e ogni occasione deve essere buona per tutti.. Forse ci saranno concorsi per over 35 ?! Sarà così? Non si possono scavalcare generazioni così.. Siamo stati oliato fin troppo… 20 anni senza concorsi nei beni culturali non è poco.. Ci sono professionisti 40 enni in panchina , che ci credono ancora.. È mi scusi ma anche voi dovete credere in noi.. Il concorso deve essere aperto a tutti .. Grazie per l attenzione Distinti saluti Giuseppe

  51. da vincenzo 6 gennaio 2014

    Istituzioni di alta cultura abilitate a rilasciare i titoli accademici AFAM
    Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca riconosce come AFAM seguenti istituti:
    Accademie di Belle Arti

    A seguito della riforma Gelmini sono stati inizialmente elevati al rango di ordinari i corsi triennali già sperimentali e meglio ridefiniti con D.M 22 gennaio 2008, n. gab482 gab483.
    Altri decreti che ridefiniscono i corsi triennali ordinari sono:
    Decreto Ministeriale 30 settembre 2009, n. 123 – Decreto Ministeriale 15 settembre 2010, n. 172 – Decreto Ministeriale del 20 febbraio 2013, n.120 – Decreto Ministeriale 30 settembre 2009, n. 124 – Decreto Ministeriale 3 febbraio 2010, n. 16 – Decreto Ministeriale 25 giugno 2010, n. 109 – Decreto Ministeriale 3 febbraio 2010, n. 22 – Decreto Ministeriale 3 febbraio 2010, n. 17.
    Equipollenze: tutti i corsi ordinari di 1 livello AFAM sono indistintamente equipollenti a L-3 (Lauree in Discipline delle Arti Figurative, della Musica, dello Spettacolo e della Moda).

    Tecnicamente quindi il diploma di laurea presso l’accademia di belle arti è equipollente a L-3 quindi appartiene alla classe di Lauree in discipline delle arti figurative, della musica ecc… Laurea che viene menzionata nel bando.
    Quindi noi con una laurea presso l’accademia di belle arti possiamo tentare questa iscrizione selezionando tale laurea: Lauree in Discipline delle Arti Figurative, della Musica, dello Spettacolo e della Moda.

  52. da Monica 7 gennaio 2014

    Buongiorno ministro,
    le scrivo per chiederle se aver svolto il Servizio Civile Nazionale presso un ente pubblico, come una biblioteca civica, può essere introdotto nei titoli soggetti ad attribuzione di punteggio definiti nell’Allegato 3.
    Grazie in anticipo

    • da Marco C 23 gennaio 2014

      Buongiorno, mi rifaccio al commento di Monica del 7 gennaio, al quale non mi pare sia stato risposto. Chiedo se un anno di Servizio Civile Nazionale in un museo pubblico può essere valido come stage o contratto di collaborazione ai fini del punteggio di cui all’allegato 3.
      Grazie

  53. da Annalisa 7 gennaio 2014

    Gentilissimo Ministro Bray,
    io possiedo una laurea triennale in Beni Culturali Archeologici (classe 13 delle lauree in scienze dei beni culturali, D.M. 509/1999). Come mai, pur essendo attinente, non è presente tra i titoli di studio ammessi? La ringrazio.

  54. da Giovanna Ruggieri 9 gennaio 2014

    Buongiorno ministro
    nel bando si parla di possibilità in ambito “gestionale” e di lauree umanistiche. Sono laureata in psicologia sociale con esperienza gestionale e vedo che il bando mi è precluso. Vi ringrazio per averci escluso (categoria di psicologi non clinici ed “esperienziati”)
    ancora una volta.

    Cordialmente

  55. da Giada 22 gennaio 2014

    Gentilissimo ministro,
    Sono una ragazza di 28 anni, laureata in giurisprudenza (laurea magistrale) all’Università degli Studi di Siena. Attualmente svolgo ancora la pratica forense presso due studi legali e mi sto preparando per sostenere l’esame di abilitazione alla professione di avvocato. Sono la prima e l’unica persona nella mia famiglia ad aver conseguito seppur con immensi, talvolta “sovrumani”, sacrifici una laurea.
    Mi sono laureata con 98/110 e mi rattrista e mi scoraggia, molto, vedermi esclusa da questo come da qualche altro concorso solo perchè non ho ottenuto un voto più alto.
    Purtroppo, non tutti studiamo con quella serenità e quella lucidità mentale che ci rende brillanti, che ci fa sentire forti ed invincibili; ci sono persone che devono lottare continuamente per raggiungere l’obiettivo ma che non per questo sono meno capaci o meno intelligenti e meritevoli di altri che hanno avuto un voto superiore.
    Io credo che tenendo conto anche del periodo storico difficile che stiamo attraversando, sarebbe incoraggiante e giusto dare a tutti indistintamente la possibilità di mettersi in gioco, di provarci, di mettersi alla prova, di credere in qualcosa.. Poi sicuramente quei soggetti più capaci e preparati si distingueranno come hanno sempre fatto senza nessun problema, ma almeno anche “noi” altri avremo avuto la possibilità di partecipare.
    Scusi se sono stata prolissa e noiosa, ma credo che tutti noi ragazzi dobbiamo avere le stesse opportunità. Un voto non può fare la differenza!

  56. da Lavinia 22 gennaio 2014

    On. Ministro Bray,
    come da molti miei colleghi sottolineato, le modifiche al bando iniziale meritano un plauso soprattutto per aver dimostrato attenzione nei confronti delle rimostranze dei soggetti interessati. Volevo, però, porre in evidenza come siamo ammessi, in ambito umanistico, i laureati triennali in scienze giuridiche e scienze politiche e non i laureati in storia e conservazione dei beni architettonici e ambientali . Ciò mi sembra veramente irrispettoso per gli studi da me compiuti, nei quali figurano materie come archivistica, archeologia, museologia, storia dell’arte e dell’architettura antica, antropologia culturale, nonchè esperienze sul campo di restauro, che credo siano alla base di questo lavoro.
    Vorrei quindi capire la motivazione per la quale è stata esclusa la mia classe di laurea dalla selezione.
    Distinti saluti

    • da Lavinia 22 gennaio 2014

      Dimenticavo di precisare : il titolo in mio possesso è Laurea triennale in Storia e Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali (classe 4 del D.M. 509/1999) (4 – CLASSE DELLE LAUREE IN SCIENZE DELL’ARCHITETTURA E DELL’INGEGNERIA EDILE)

  57. da Sara Libera 24 gennaio 2014

    Caro Ministro di Beni così cari,
    potrebbe gentilmente sollecitare il supporto tecnico e quello amministrativo a rispondere alle mail di chi vuole partecipare al bando ma ancora aspetta delucidazioni.
    Grazie.

  58. da Lorenzo 27 gennaio 2014

    Nonostante questa cosa sia già stata segnalata da altri vorrei ancora una volta ricordare che:
    le lauree magistrali della classe LM-11, come la mia in Scienze per la Conservazione e il Restauro, sono lauree NON umanistiche ma scientifiche, cosa che però non è riconosciuta nel bando, dove posso accedere solamente all’ambito umanistico.
    La cosa ancora più strana è che con la triennale in Tecnologia per la Conservazione e il Restauro (classe L-43) posso accedere all’ambito tecnico!!
    Un errore del genere non dovrebbe essere commesso e spero vivamente che possa essere corretto al più presto.

    Cordialmente

  59. da Stefania 9 febbraio 2014

    On.le Sign. Ministro
    noto con dispiacere la mancanza nel bando della mia classe di laurea triennale in Disegno Industriale. Tra le tante lauree elencate all’allegato 2 non mi pare di trovare la mia laurea.E’ apprezzabile che lei abbia rivisto alcuni punti del bando, ma in realtà il problema principale è di consentire la partecipazione anche ai laureati che hanno conseguito lauree non incluse nel bando, mentre vengono prese in considerazione lauree per nulla attinenti al lavoro previsto dal bando. Ritengo, infatti, che aggiungere quelle informatiche e di natura digitale non potrà che essere più utile, visti i contenuti.
    Grazie

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