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Mi sembra importante e doveroso rispondere a tutti quelli che mi hanno scritto in merito al bando emanato dal Ministero relativo ai “500 giovani per la cultura“.

In questo momento, come sapete, il Mibact, e insieme ad esso tutta la Pubblica Amministrazione, non può assumere personale, in base alle leggi vigenti. Purtroppo questo Ministero ne risente più di altri, perché non ha bisogno solo di personale amministrativo ma anche lavoratori formati e specializzati. Se abbiamo bisogno di un archeologo a Sibari, di un archivista a Torino o di un bibliotecario a Firenze, in questo momento non li possiamo assumere. Sto facendo una battaglia sulla necessità di sbloccare il turnover e i concorsi da quando sono arrivato al Ministero e non intendo fermarmi. Per ora ho avuto la possibilità di disporre l’assunzione in ruolo di 120 assistenti alla vigilanza e di 53 funzionari, ma abbiamo bisogno di molte altre professionalità per svolgere pienamente il nostro ruolo di tutela dei beni culturali.

Nel frattempo abbiamo la possibilità di impegnare 2,5 milioni di euro in formazione: con il decreto “Valore Cultura” abbiamo pensato di dedicarli a 500 giovani, per offrire a neolaureati l’opportunità di una specializzazione che li portasse dentro il patrimonio culturale. La retribuzione adottata è quella prevista per i tirocini, non c’è stata nessuna volontà di sfruttare il lavoro dei giovani laureati bensì di offrire loro un’opportunità unica di formazione. Il patrimonio culturale ha bisogno di lavoro: vero e dignitoso. Potevamo scegliere di non farlo, ma mi prendo la responsabilità di aver deciso di utilizzare questi soldi per dare la possibilità a giovani laureati, che altrimenti non avrebbero potuto avere accesso al nostro patrimonio, di conoscerlo e tutelarlo.

Ci sono delle precisazioni da fare su alcuni aspetti tecnici: i posti di tirocinio non sono a Roma, ma sono distribuiti su tutto il territorio italiano, in modo da non obbligare nessuno che non possa permetterselo ad andare fuori sede. I percorsi formativi si potranno svolgere in istituti di cultura, musei, biblioteche, archivi. Per questo le lauree richieste sono diverse, perché non è un concorso pubblico ma un bando diretto ad aprire le istituzioni culturali alla conoscenza e alla formazione di giovani che un domani potranno contribuire in diversi settori alla tutela e conservazione del nostro patrimonio. Per l’accesso abbiamo richiesto requisiti alti, perché cerchiamo di costruire un’Italia del merito e speriamo che laddove le possibilità sono limitate, ad accedervi siano i migliori, quelli che hanno studiato con più passione e impegno. Rivedrò personalmente tutte le clausole del bando per accertarmi che siano corrette e ove ci fossero errori porremo rimedio senza paura di ammettere di aver sbagliato.

È giusto anche chiarire che chi si formerà ora non sarà in concorrenza con chi da decenni è impegnato nel lavoro di tutela del patrimonio: in questo momento non possiamo fare concorsi ma abbiamo voluto creare un’autentica occasione di formazione. È importante non confondere questi due contesti per non compromettere l’entusiasmo e la voglia di imparare delle centinaia di ragazzi e ragazze che si sono già iscritti al bando in un solo giorno.

A chi aspetta da anni che il proprio lavoro per il patrimonio divenga stabile e sicuro sarà rivolto il nostro impegno nell’individuare una soluzione che riconosca la loro professionalità, la loro competenza, la dedizione: e in questa direzione è andato il lavoro della commissione per la riforma del Ministero.

Mi fa piacere poter prendere in prestito l’hashtag #500destini per la condivisione di questo post, perché pone l’accento su una rete di gruppi di lavoro diffusi in tutto il Paese, in uno scambio fra la freschezza dei ragazzi e la storicità del nostro patrimonio culturale.


  1. da caterina ottomano 14 dicembre 2013

    Solo retorica, ministro, solo sterile retorica.

    • da Martino 15 dicembre 2013

      Ma: se il Mibact e tutta la Pubblica Amministrazione non possono assumere personale, che utilità avrebbe l’apposito attestato di partecipazione valutabile al fine di eventuali successive procedure selettive del Ministero dei beni e delle attività culturali (Art.5.5)?

    • da Diletta Clery 16 dicembre 2013

      Egregio Ministro,
      noi trentenni storici dell’arte che abbiamo alle spalle 10 anni di collaborazione con le Soprintendenze, che siamo già stati ampiamente formati dai funzionari come dai custodi su ogni aspetto della conservazione, valorizzazione e gestione museale e che, ormai in piena autonomia, sanno gestire allestimenti, catalogazioni, mostre, convegni ma anche pulire le vetrine e lavorare nei depositi tra gli escrementi dei topi, aspettiamo con ansia la pubblicazione del bando di concorso di cui parla per 120 assistenti alla vigilanza e 53 funzionari. Siamo infatti pronti a lavorare sia per il primo che per il secondo profilo (per il quale finalmente potremmo sfruttare quel diploma post- laurea di specializzazione triennale da noi conseguito proprio perchè propedeutico alla carriera di funzionario museale, da non confondere con la laurea specialistica che dovrebbe essere solo un titolo di base per accedere a qualsiasi collaborazione di lavoro con il Ministero .
      Siamo in attesa, siamo pronti a lavorare.

    • da Memento audere semper. 17 dicembre 2013

      Caro Sig. Ministro, il bando “Avviso pubblico per la selezione di cinquecento giovani laureati da formare, per la durata di dodici mesi, nelle attività di inventariazione e di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano, presso gli istituti e i luoghi della cultura statali” è un atto amministrativo che rivela «qualità» non proprio brillanti. Ma quel ch’è peggio è che tale “Avviso pubblico” appare discriminatorio poichè i requisiti previsti non consentono a tutti gli Archeologi di presentare la domanda di partecipazione, come invece sarebbe loro diritto. Seguono alcune considerazioni.

      A) CARATTERISTICHE DISCRIMINATORIE dell’”Avviso pubblico”:

      Sono sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana il diritto di partecipazione e il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione:
      COSTITUZIONE della REPUBBLICA ITALIANA:
      Art. 3.
      È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
      Art. 4.
      La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
      Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

      Inoltre:
      1 – l’ “Avviso pubblico” è discriminatorio nei confronti degli Archeologi che sono già stati addestrati dall’ICCD all’uso del SigecWeb, molti dei quali sono inseriti nell’elenco degli Esperti esterni dell’ICCD, e negli elenchi dei catalogatori SigecWeb tenuti dalle Soprintendenze; si noti che il paragrafo n. 4 del documento 1386355927199_Allegato_1 parla chiaramente di SigecWeb, ma non cita i catalogatori SigecWeb già addestrati dall’ICCD, nè quelli inclusi negli elenchi dell’ICCD;

      2 – l’”Avviso pubblico” è discriminatorio nei confronti degli Archeologi che hanno lavorato o stanno lavorando nella catalogazione SigecWeb;

      3 – l’”Avviso pubblico” è discriminatorio nei confronti degli Archeologi inseriti nell’elenco degli esperti esterni dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (pubblicati nel sito internet del medesimo Istituto);

      4 – l’”Avviso pubblico” è discriminatorio nei confronti degli Esperti per il conferimento di incarichi nell’ambito delle attività della direzione generale per gli archivi per la implementazione del sistema archivistico nazionale (S.A.N.) e dei sistemi informativi afferenti; si noti che il paragrafo n. 4 del documento 1386355927199_Allegato_1 parla chiaramente del sistema archivistico nazionale (S.A.N.), ma non cita gli Esperti esterni inclusi negli elenchi;

      Dunque l’”Avviso pubblico” non considera affatto le risorse umane già addestrate e quindi disponibili, l’uso delle quali consentirebbe una preziosa risorsa. Si noti che l’art. 5, c.5 dell’”Avviso pubblico” afferma che “Al termine del programma formativo, è rilasciato a coloro che lo abbiano portato a termine un apposito attestato di partecipazione”; e a tale proposito è necessario ricordare e tenere ben presente che fino al mese di Dicembre 2012 sono stati organizzati alcuni corsi a cura dell’ICCD per la formazione al sistema informativo SigecWeb (MiBAC): i relativi frequentatori, tutti laureati, hanno ricevuto un attestato di partecipazione e sono stati inseriti negli elenchi dei catalogatori conservati presso le Soprintendenze. Il corso più recente ha avuto luogo in Venezia (Direz. Reg.le BB.CC. Veneto), Dicembre 2012.

      B) LIMITE DI ETÀ (“Avviso pubblico”, art. 2):

      il limite di età di 34 anni è illegale, dato che la legge ha abrogato qualsiasi limite di età, infatti:

      LEGGE 15 MAGGIO 1997, n. 127, Misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo (GU n. 113 Suppl.Ord. del 17/05/1997):
      Art. 3, c. 6 :
      La partecipazione ai concorsi indetti da pubbliche amministrazioni non è soggetta a limiti di età, salvo deroghe dettate da regolamenti delle singole Amministrazioni connesse alla natura del servizio o ad oggettive necessità dell’amministrazione.

      E’ perfettamente evidente che la natura dell’attività di cui all’”avviso pubblico” non comporta la necessità di adottare limiti di età, anche perchè esso non è finalizzato ad assunzione a tempo indeterminato e non comporta esigenze di progressione o di carriera.

      C) REQUISITO DI DIPLOMA DI LAUREA con “voto minimo di 110/110″ (“Avviso pubblico”, art. 2):

      è un requisito non giustificato, non esistendo nessuna norma che preveda tale voto per l’accesso ad un corso di formazione pubblico o ad un posto di lavoro offerto da bando di concorso pubblico. Oltretutto, la formulazione è semplicemente ridicola poichè si parla di “voto minimo” quando il 110/110 è in realtà il voto massimo.

      D) REQUISITO di “Certificazione Internazionale delle competenze linguistiche di Livello B2 di lingua inglese come previsto dal Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue QCER” (“Avviso pubblico”, art. 2):

      La lingua ufficiale della Repubblica Italiana è l’Italiano: tale è la lingua che deve essere parlata nella Pubblica Amministrazione in attività di servizio e nei rappporti con i cittadini. Ciò è confermato dalla CORTE COSTITUZIONALE, Sentenza n° 28/1982: “si deve ricordare che la Costituzione conferma per implicito che il nostro sistema riconosce l’italiano come unica lingua ufficiale, da usare obbligatoriamente, salvo le deroghe disposte a tutela dei gruppi linguistici minoritari, da parte dei pubblici uffici nell’esercizio delle loro attribuzioni”.
      Norme specifiche confermano l’obbligo della lingua italiana (tra le tante, per es.: D.P.R. 28-2-2012, n. 64, Titolo II, Art. 6, Uso della lingua italiana: “1. In servizio e nei rapporti con l’utenza è previsto l’uso della lingua italiana. E’ consentito anche l’uso di altra lingua nei luoghi in cui è riconosciuto a norma di legge.”) .
      Considerato che negli atti amministrativi è sconsigliato l’uso di parole straniere e di forestierismi, a maggior ragione si deve ammettere che nel lavoro pubblico e negli atti della Pubblica Amministrazione deve essere obbligatorio l’uso della lingua italiana; infatti: ACCADEMIA DELLA CRUSCA, ISTITUTO DI TEORIA E TECNICHE DELL’INFORMAZIONE GIURIDICA DEL CNR, Guida alla redazione degli atti amministrativi. Regole e suggerimenti, Roma, 2011, p. 27: “Usare parole straniere solo se sono di uso comune nella lingua italiana, se sono diffuse nel linguaggio normativo e amministrativo e se non hanno corrispondenti in italiano …. È preferibile che chi scrive i testi dell’amministrazione eviti l’uso di parole straniere che potrebbero rendere poco leggibile il testo. “.

      Si noti che l’”avviso pubblico” concede la partecipazione anche ai cittadini di Stati membri dell’Unione Europea ed ai titolari dello status di rifugiato o dello status di protezione sussidiaria, ma a questi ultimi soggetti non è richiesta nè una Certificazione Internazionale delle competenze linguistiche di Livello B2 di lingua italiana, nè una qualsiasi certificazione di conoscenza della linga italiana: per questa ragione il requisito b) di cui all’”avviso pubblico” è chiaramente discriminatorio nei confronti dei cittadini italiani.

      Pertanto, alla luce di quanto sopra:

      1 – L’obbligo di certificazione della lingua straniera è sicuramente fuori luogo ed incongruo, perchè per lavorare con il SigecWeb (di questo si tratta) non occorrono la conoscenza e l’uso di una lingua straniera.

      2 – Come è perfettamente evidente dal paragrafo n. 4 del documento 1386355927199_Allegato_1 tra le attività previste figura la formazione per l’uso del sistema informativo SigecWeb (MiBAC): la cui formazione è in lingua italiana, la cui utilizzazione si basa su schede e moduli scritti in Italiano, da compilare in Italiano. dunque non serve l’uso della lingua inglese.

      3 – Come è perfettamente evidente dai paragrafi nn. 4, 5, del documento 1386355927199_Allegato_1 le attività previste saranno effettuate dentro istituti ed enti italiani operando su beni culturali italiani: dunque non serve l’uso della lingua inglese.

      4 – Ed è anche perfettamente evidente nel titolo dell’ “avviso” che trattasi di “patrimonio culturale italiano, presso gli istituti e i luoghi della cultura statali”: la qual cosa dimostra la totale inutilità dell’obbligo della lingua inglese.

      E) MODALITÀ di SVOLGIMENTO della SELEZIONE (“Avviso pubblico”, art. 4):
      è previsto un “test con quiz a risposta multipla”; premesso che nella lingua italiana non esistono le parole “test” e “quiz” (e questo è ulteriore motivo di critica nei confronti dell’”Avviso pubblico” e soprattutto di chi lo ha scritto), è assolutamente necessario considerare:
      1 – il D.P.R. n. 487 / 9 Maggio 1994, art. 7, c. 2 afferma che “I bandi di concorso possono stabilire che una delle prove scritte per l’accesso ai profili professionali della settima qualifica o categoria superiore consista in una serie di quesiti a risposta sintetica” e che per i profili professionali delle qualifiche o dei livelli inferiori al settimo le prove possono consistere in “appositi tests bilanciati…, ovvero in prove pratiche attitudinali tendenti ad accertare la maturità e la professionalità dei candidati con riferimento alle attività che i medesimi sono chiamati a svolgere”.
      2 – il Decreto Legislativo n.165 / 30 Marzo 2001, art. 35, c.1, a, prescrive il reclutamento “tramite procedure selettive, conformi ai principi del comma 3, volte all’accertamento della professionalità richiesta, che garantiscano in misura adeguata l’accesso dall’esterno;” e al c. 3 prescrive che “Le procedure di reclutamento nelle pubbliche amministrazioni si conformano ai seguenti principi: … b) adozione di meccanismi oggettivi e trasparenti, idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire;”;
      3 – PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Dipartimento della Funzione Pubblica, Direttiva 3 novembre 2005 n. 3, c.2): “In particolare, secondo quanto previsto dall’art. 35 del decreto legislativo n. 165 del 2001, le pubbliche amministrazioni tramite le procedure selettive devono essere in grado di assicurare mediante l’accesso dall’esterno l’acquisizione delle professionalità necessarie al buon andamento dell’amministrazione” poichè “è necessario chiarire che le amministrazioni interessate, in relazione alla richiesta dei titoli di studio per l’accesso ad un concorso pubblico, sono tenute a richiedere i predetti titoli in relazione alla specifica figura professionale che si intende reclutare”.
      Ciò è necessario allo scopo di non ripetere quanto è avvenuto nell’ultimo concorso per Archeologo, nelle cui prove di selezione erano assolutamente prevalenti domande di cosiddetta “cultura generale” comprendenti quesiti di gastronomia, ginecologia, civiltà extraterrestri, genetica, politica, fisica, matematica, ed altre materie non afferenti ai profili professionali previsti dai bandi di concorso.

      F) Interventi relativi al patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale: paragrafi nn. 3 e 6 del documento: 1386355927199_Allegato_1:

      Si deve anche notare che il documento: 1386355927199_Allegato_1, prevede interventi sul patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale tutelato dalla Legge n. 78 del 2001, dal Codice dei Beni Culturali, dal Decreto Ministeriale 4 Ottobre 2002 (Gazzetta Ufficiale n. 283 del 3 Dicembre 2002): ma per questi interventi non è stato coinvolto nè ascoltato il Comitato Tecnico-speciale previsto dalla Legge 78-2001.

      G) VALUTAZIONE:

      Per valutare in tale circostanza l’azione amministrativa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali è interessante leggere quanto viene affermato dal suo Codice Etico (datato 27-7-2011 e consultabile nel sito del Ministero stesso):

      Art. 2. Destinatari.
      Il Codice si applica a chi opera presso il MiBAC in qualità di:
      - dipendenti [omissis];
      - esperti e consulenti;
      - soggetti che a qualunque titolo collaborano con il Ministero.

      Art. 4. Principi generali e norme di comportamento.
      La reputazione e credibilità del MiBAC è una risorsa immateriale inestimabile, la cui immagine può essere lesa da comportamenti e attività incompatibili con il presente Codice.
      [omissis];
      Chi opera presso il Ministero assicura la soddisfazione delle aspettative degli stakeholder [sic!], adottando comportamenti improntati a professionalità, competenza, sollecitudine, cortesia, trasparenza, correttezza ed imparzialità, I principi e le norme di comportamento a cui deve adeguarsi chi opera presso il Ministero sono i seguenti:
      a) trasparenza ed integrità
      [omissis]
      b) Indipendenza, obiettività ed imparzialità
      chi opera presso il Ministero adegua i propri comportamenti in modo tale da:
      operare nel rispetto delle leggi contribuendo alla realizzazione della missione assegnata;
      [omissis]
      h) chi opera presso il Ministero impronta la propria attività all’equità, ragionevolezza ed obiettività motivando adeguatamente le proprie scelte [omissis].

      In conclusione, viene da chiedersi se nell’ “avviso pubblico” in oggetto siano stati effettivamente rispettati i previsti principi ai quali la Pubblica Amministrazione deve obbligatoriamente conformare il proprio operato, cioè: principio di legalità, principio di buona amministrazione, principio di efficienza, principio di economicità. In ogni caso, Le chiediamo di modificare l’ “avviso pubblico”: quindi di fare abolire il limite di età di 34 anni, di fare abolire il requisito “di “Certificazione Internazionale delle competenze linguistiche di Livello B2 di lingua inglese”, di fare abolire il requisito di diploma di laurea con “voto minimo di 110/110″.

      Con i più cordiali saluti.

  2. da Laura 14 dicembre 2013

    Gentile Ministro, lei è sicuro che un laureato in Economia e Commercio con il massimo dei voti meriti di poter partecipare al concorso mentre io, che sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali con 108/110 e specializzata in Storia dell’Arte con 70/70, non posso accedere alla selezione?

    La ringrazio dell’attenzione

    • da rosella 15 dicembre 2013

      Sono d’accordo con Laura. Anche io ho una laurea specialistica in Archeologia e Storia dell’Arte con punteggio 107/110. Non credo che tre punti in meno del massimo facciano molta differenza a livello di competenza. Anche volendo, io non sono idonea a partecipare al bando.
      Diciamocela tutta…probabilmente la clausola della votazione massima richiesta è stata creata ad hoc perché i posti disponibili sono pochi e i laureati in queste materie moltissimi: così non vi ritrovate con milioni di domande da prendere in considerazione! Comunque non lo trovo giusto, perché, a mio avviso, se davvero aveste voluto adottare un sistema “meritocratico” fino in fondo, per aprire questa possibilità a tutti, avreste potuto ideare un test e quelli che avrebbero ottenuto il punteggio migliore sarebbero passati.
      Aldilà di ciò, la cosa che mi fa arrabbiare e che io mi chiedo è questa: ma è mai possibile che se uno è laureato in ambito culturale, per fare un tirocinio (che ok è una buonissima opportunità per imparare il mestiere e fare quello per cui abbiamo dedicato la vita), che non ti apre comunque l’opportunità di trovare un posto di lavoro, lo stato debba richiedere dei requisiti così alti e fortemente discriminanti??
      Vedo che queste cose non accadono ai miei amici laureati in altri ambiti.
      Noi, “visionari” che abbiamo avuto l’ardire di esserci laureati in ambiti umanistici, siamo trattati dallo Stato come degli emarginati. Mi spiace, ma, purtroppo, la sensazione che ho avuto in questi dodici mesi dalla mia laurea è questa. E le assicuro, Sig. Bray, che non sono stata con le mani in mano. Le risposte sono state pochissime e negative. Per non parlare poi dei bandi, che hanno sempre qualche cavillo: questo quello del punteggio massimo, altri danno maggiore risalto all’esperienza (che poi mi chiedo: ma i bandi che propongono tirocini non dovrebbero avere il fine di dare un’esperienza a chi non cel’ha?).
      Sono fortemente sconfortata e sconcertata da questo clima e tutto questo mi sembra davvero assurdo!

  3. da Giada 14 dicembre 2013

    Gentile Ministro, basterebbe tagliare qualche stipendio politico per dare lavoro anche ai trentenni già formati. Perché se voi lo stipendio lo spendete in abiti alta moda, io quando vado in giro in cerca di lavoro pranzo con un pacchetto di cracker che mi porto da casa perché ho 32 anni e sono ancora senza lavoro. E per fortuna che almeno i cracker mia madre può ancora comprarli, ma presto a casa mia non ci saranno nemmeno più quelli. Quando alla sera apre il Suo armadio o quando va a cena in qualche ristorante, provi a chiedersi quanti giovani potrebbero avere uno stipendio se i politici rinunciassero a certi fasti. Se Lo chieda e Si risponda.

  4. da Giampaolo Terrosi 14 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    credo che parlare di tirocinio formativo sia fuori luogo, i requisiti richiesti sono così elevati, che il personale è già ampiamente formato e le assicuro, che per imparare ad usare i programmi di catalogazione una settimana è più che sufficiente.
    Grazie per l’attenzione.

  5. da monica 14 dicembre 2013

    Signor Ministro le voglio chiedere una cosa, perchè formare dei neolaureati che credo abbiano un radioso futuro davanti di prove e riprove (concorsi, test e tant’altro, come abbiamo fatto tutti) e non formare e specializzare per integrare tutti i laureati precari o ancora senza primo impiego????? si inizia dove c’è il focolaio a debellare il male, non dal tessuto sano.

    • da S.T. 15 dicembre 2013

      Monica, capisco e condivido la sua osservazione. A volte mi sento in colpa quando mi rendo conto che tutto ciò che ho (abbiamo) affrontato e subito, con risultati peraltro assai miseri, deve avermi indurito. Nei giorni migliori, invece, penso che non augurerei a nessuno un futuro simile. Dunque: non affronto qui i tanti aspetti discutibili e discussi del bando, che sono già oggetto di innumerevoli petizioni, email e altro, e vado al punto: continuo a stimare il nostro ministro e credo nelle buone intenzioni espresse, seppure a margine, nei confronti di come noi ha passato anni a studiare e a cercare di lavorare. Temo però che queste buone intenzioni resteranno tali e che per noi ci sarà ben poco, sempre che ci sia qualcosa. Tuttavia, resisto e infatti ora me ne vado a compilare la mia serie quotidiana di domande per l’estero dove però non ho grande successo, sa, chiaramente si chiedono perché alla mia età, con diplomi esperienza e tutto il resto, non ho ancora avuto alcun impiego normale.

  6. da Costanza Vecchiet 14 dicembre 2013

    Gentile Ministro Bray,
    la sua risposta ci può anche stare. Resta il fatto che “fino a 35 anni d’età”, non sono giovani. Si vanno a formare per 12 mesi persone che un paese normale, con il nostro patrimonio, avrebbe già impiegato nel mondo del lavoro da anni. Resta il fatto che il requisito dei 110/110 è una presa per i fondelli davanti alle centinaia di lauree “regalate”, contro le poche “sudate” e portate a casa con un 108. Resta il fatto che, se proprio non si possono effettuare assunzioni, si poteva destinare il progetto a studenti under 25, senza retribuzione di sorta e trasformarlo in valido e curriculare tirocinio formativo. Quelli stessi soldi, viceversa, si potevano impegnare in piccole operazioni di tutela che permettessero, a noi declassati e non riconosciuti over 30 specializzati, di lavorare anche solo per un mese.
    Cordialmente.

  7. da jessica 14 dicembre 2013

    Belle parole. Ma lei ce la farebbe a vivere con 5000 euro lordi in un anno. Con la passione non si mangia. Passatemela.

  8. da Daria 14 dicembre 2013

    Gentile Ministro, esistono studenti che raggiungono il traguardo della laurea grazie alle già scarse borse di studio regionali; che quindi hanno redditi molto bassi; ma che ogni anno devono conseguire i crediti necessari per conservare borsa di studio e alloggio. Questi studenti non possono dunque “permettersi” di pensare esclusivamente al voto finale della laurea, e quindi ai “requisiti alti” che lei richiede. Lei crede davvero che questi studenti non abbiano studiato “con passione e impegno”?
    Cordiali saluti
    Daria

  9. da Giorgia Boldrini 15 dicembre 2013

    Caro ministro, la retribuzione da voi indicata è quella minima per i tirocini post-laurea, non certo quella decorosa, soprattutto in presenza di orario fissato (minimo 30 ore), certificati medici in caso di assenzaeccetera, clausole più consone a un lavoro dipendente che a un tirocinio. Poiché intendo credere alla sua buona fede, le consiglio vivamente di dimezzare i posti e raddoppiare la cifra; se fa un conto del costo orario di uno dei suoi futuri tirocinanti (che verosimilmente saranno utilizzati come manodopera titolata per digitalizzare e archiviare a raffica), si renderà conto che un Ministero non può proporre condizioni del genere come se fossero un’ottima opportunità.

  10. da Nora D'Antuono 15 dicembre 2013

    Grazie mille, sig. Ministro, per l’ “opportunità unica di formazione” (416 euro lordi al mese/30-35 ore settimanali) concessa a “giovani laureati” (fino a 35 anni!).

    Se non fossero drammatiche, le sue affermazioni sarebbero quasi divertenti.

    500-no-al-mibact- tutti-in-piazza-l’11-gennaio

    Nora D’Antuono, archeologa

  11. da Antonella 15 dicembre 2013

    Apprezzo l’iniziativa anche se è davvero il minimo che potevate fare, ma i criteri di partecipazione sono davvero restrittivi. Sono laureata a pieni voti con lode, ma immagino ad esempio qualche mio collega, uno di quelli in gamba, che non è riuscito a prendere il massimo dei voti per un pelo (sa, ultimamente non è stato facile destinare tutto il tempo che l’università calcolava per lo studio individuale in casa, perchè molti ragazzi sono costretti a lavorare per pagarsi l’università, anche se studiano con devozione). Si potrebbe abbassare il voto minimo a 105 per esempio.
    Inoltre, una cosa importantissima che le ho già scritto sulla sua pagina di facebook, i Laureati della classe LM 11 in “Scienze e Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei BB CC” (ex classi 41 poi 43 e 12/S) sono scienziati NON umanisti! Sarebbe il caso di definirlo nel bando.

  12. da Valentina 15 dicembre 2013

    E’un bando ridicolo, l’ennesimo esempio di dequalificazione della professione, ma quale occasione di formazione a 33 anni voglio un LAVORO non una formazione. Se non potete assumere non insultate la dignità di chi da una vita campa in questo modo a 500 euro al mese. Forse non ha idea di quanti tirocini di questo genere una persona possa aver fatto per raccimolare due spiccioli, ma giuro
    MAI avrei pensato che addirittura venisse fatto un bando da un ministero…di solito questo e’ il tipo di propostucce che fanno piccole cooperative e altre infime realtà, non certo un ministero.
    http://maps.google.com/help/maps/businessphotos/index.html

  13. da STEFANO 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro,

    sono un archeologo di 31 anni con una laurea magistrale da 110/110 e lode e una scuola di specializzazione da 70/70, non le sembra che mettere di requisiti così alti per la conoscenza linguistica sia penalizzante per chi da anni, dopo aver studiato tanto e cercato di restare a galla in un mercato che considera gli archeologi un fastidio, si trova davanti a un concorso chi estromette un candidato sol perché non è in possesso di una certificazione ufficiale di lingua inglese B2 ?Sa quanto costa di questi tempi acquisire un certificato di lingua livello B2 ? Evidentemente No !!!!

  14. da Simona Moscadelli 15 dicembre 2013

    Ma lei ci crede veramente in quello che scrive o in cuor suo è consapevole? Capisco la Facciata…capisco i tentativi, capisco tutto ma lei signor Politicante si rende conto che se vuole un Chirurgo non prende uno studente di medicina? E se vuole un Chirurgo non lo può trattare ECONOMICAMENTE come un lavapiatti? Voi nel mondo delle favole vi rendete conto che esistono Milioni di persone che sono già formate, anzi formatissime per essere professionisti?
    Allora perchè non chiudere tutti i corsi di Laurea in Archeologia e basta???
    …..per il valore che questa figura “NON professionale” sembra avere in questo paese!! Infine, specificherei che a 35 anni uno “STUDENTE” non è ne giovane ne studente, per la cronaca, e la sua formazione è bella che compiuta.
    Se non sapete come spendere i soldi per la formazione allora fate fare questo “lavoretto” agli studenti della triennale o impiegate queste somme per fare corsi gratuiti per tutti gli archeologi di aggiornamento. Potreste studiare dei bandi per nuove tecniche informatiche o invitare specialisti che possano spiegare a noi poveri italiani come procedono le nuove applicazioni di settore.
    Naturalmente avrei molti altri suggerimenti, peccato che io sono solo un’archeologa con un dottorato di ricerca, ho 40 anni e sono nata in Italia….ah! dimenticavo non sono raccomandata da nessuno e non faccio il politicante!
    Dovrà fare ben altro per la “Cultura” italiana prima di sentirsi pallidamente soddisfatto, mio caro ministro.
    Buonanotte

    • da rosella 15 dicembre 2013

      Cara Simona, anche io sono una ragazza laureata in Archeologia. Nonostante sia più piccola di te però una cosa l’ho capita. i corsi dove è più o meno impossibile trovare sbocchi lavorativi lo Stato non li chiude perché chissà quanti soldi ne verrebbero in meno nelle casse delle università italiane. Come al solito tutto va bene finché c’è un rendiconto da parte dello Stato, quando poi è il momento di offrire qualcosa di concreto a queste persone allora poi si diventa realisti..

  15. da valentina 15 dicembre 2013

    Gent. mo Ministro,
    ho una Laurea in Beni Culturali, il mio voto è “basso” (secondo i canoni di questo bando, che considera degni solo quelli che hanno raggiunto 110/110, magari anche in altri corsi di studi che con i BB.CC. non hanno nulla a che vedere), ma non credo che un misero 107 significhi che io non abbia “studiato con più passione e impegno”. La mia passione la conosco, e l’impegno profuso anche. E’ so anche che sacrifici ho dovuto affrontare io, e quelli affrontati dai miei genitori.
    Però, a quanto pare, non basta.
    Mi dica cosa posso farmene di questa Laurea, perché dopo call center e tirocini (che, ovviamente, non hanno portato a niente), sono veramente disillusa e stanca.
    Cordialmente,
    VP.

  16. da Luisa 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro, io ho la maturità linguistica e ho una laurea triennale in beni culturali e una specialistica in informatica applicata ai beni culturali con indirizzo archeologico, entrambe con 110 e lode…ma non ho il B2!! Purtroppo poter acquisire questa certificazione ha un costo e, da disoccupata, non posso pagarmela! Non mi sembra giusto porre come requisito obbligatorio una certificazione che non è possibile acquisire se non pagando…
    Grazie.

  17. da Anna Maria 15 dicembre 2013

    L’aspetto più problematico del bando non risiede neanche nei criteri di selezione, quanto nel fatto che sia aperto a laureati in ogni disciplina e non solo in quelle afferenti ai beni culturali. In questo modo, ancora una volta, la professionalità dell’archeologo, dello storico dell’arte, dell’archivista, è sminuita dalla stessa istituzione che dovrebbe impiegare queste figure, per le quali è prevista una formazione precisa, altamente specializzata.
    E’ veramente una contraddizione in termini, non so se se ne rende conto.

  18. da Enrico Maria Borrelli 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro,

    condivido pienamente la sua riflessione sulla formazione, sui giovani e sul nostro patrimonio da tutelare, non ultimo perché credo che ogni cittadino debba imparare ad avere cura del bene comune del proprio Paese. Comprendo anche le arezze di chi si possa sentire escluso, e ancor più di chi legittimamente denuncia le difficoltà di guardare serenamente al proprio futuro. Tuttavia, abbiamo bisogno di compiere tante scelte per cambiare in meglio l’Italia e governare significa assumersele in nome di tutti come Lei ha fatto impiegando in questo modo i fondi del ministero, senza dimenticare di preoccuparsi dei problemi di chi attende un’occupaIone stabile. Sono piani differenti, me ne rendo conto e se ne rendono conto tanti altri italiani come me che, pur non essendo interessati a questo bando, apprezzano i segnali di cambiamenti. Auguri per il Suo lavoro e per il nostro Paese.

    • da S.T. 15 dicembre 2013

      Signor Borrelli, grazie per la comprensione nei confronti delle nostre amarezze. Concordo sulla necessità di una svolta e su quanto possa essere difficile attuarla. Peccato che nonostante le buone intenzioni la svolta possa poi compiersi (soltanto? ne siamo sicuri?) buttando nel tritacarne, o buttando via direttamente, tante e tante persone – qui vorrei usare le maiuscole – con il loro impegno e le loro capacità, le loro legittime e normali aspirazioni, le loro vite.

  19. da Simone 15 dicembre 2013

    Vergogna, questa è l’Italia e lei la rappresenta come membro del governo

  20. da Maristella Tagliaferro 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    apprezzo la sua determinazione a fare tutto ciò che è possibile nelle condizioni disastrate in cui versa (non per colpa sua) il Paese, la decisione di assumersi la responsabilità totale del bando nonostante sia impopolare, la passione e l’onestà intellettuale con cui ne spiega le motivazioni.
    Soprattutto, so che farà tutto quello che le sarà possibile per offrire sempre più possibilità concrete di lavoro, e quindi di sviluppo.
    Grazie per essere il Ministro che è, la persona che è: se fosse abitata da 60 milioni di persone come lei, l’Italia non si ritroverebbe nella situazione attuale.
    Ho letto che stasera vedremo le immagini dei #BronzidiRiace: non vedo l’ora!
    Come ho già scritto:

    In piedi sulla punta dello Stivale,
    metafora perfetta dell’Italia
    che si rialza ed è pronta a danzare.

    • da daniela 15 dicembre 2013

      vergognoso e dequalificante…è l’ennesima presa in giro.

  21. da raffaella 15 dicembre 2013

    Onorevole Ministro,
    Le scrivo a seguito delle Sue dichiarazioni in merito al bando “500 giovani per la cultura”. Sono Funzionario Archeologo del Ministero da Lei retto e sono entrata in ruolo come VINCITRICE del concorso bandito nel 2008. Mi permetto di sottolineare “vincitrice”, perché nel corso di questi ultimi anni tutti gli idonei sono stati assunti e con dinamiche spesso discutibili, anche e soprattutto in relazione a tutti i professionisti archeologi che per vari motivi (magari perché avevano famiglia in una delle regioni in cui non erano previste assunzioni e dove, invece, poi sono stati impiegati alcuni degli idonei) non hanno potuto partecipare al concorso. Ma questo discorso ci porterebbe lontano a dettagliare tutta una serie di ingiustizie a cui ho assistito….Credo che il bando “500 giovani per la cultura” sia l’ennesima offesa a tutti i professionisti dei beni culturali. In primo luogo perché uno Stato che parla di “giovani” da impiegare in un tirocinio formativo a 35 anni dovrebbe seriamente interrogarsi su se stesso. Poi, perché il bando lede evidentemente gli interessi di quanti , anche fino a 35 anni, hanno seriamente investito in una formazione professionale, frequentando i corsi previsti dai percorsi formativi dell’Università e, quindi, dallo stesso Stato che ora dichiara che tutti, indistintamente dal titolo conseguito, purché forniti di una certificazione di conoscenza di lingua straniera, possono accedere al bando. Quali beni potrà catalogare un ingegnere o un laureato in scienze della formazione o di tutto il resto che non catalogherebbe meglio un archeologo che professionalmente e da anni cataloga il materiale archeologico? Quale supporto potranno dare questi “giovani” all’interno delle Soprintendenze, quando, prima di cominciare il lavoro dovranno (non so come) recuperare concetti complessi come sono quelli legati all’individuazione e alla comprensione dell’”oggetto “ archeologico, artistico ecc., frutto di secoli di dibattito scientifico che non può essere certamente recuperato nel corso di un anno di formazione? Quando mi sono iscritta all’Università per fare l’archeologa (10 anni di formazione tra Laurea, Specializzazione eDottorato) e quando sono entrata al Ministero non pensavo di fare di un concorso alle Poste…! È evidente che tutti i laureati, con merito, nelle diverse discipline abbiano risposto al bando perché è, comunque, un modo per far qualcosa…. Forse, meglio sarebbe stato impiegare quei soldi per consentire a professionisti consapevoli di contribuire a progetti di schedatura, impiegando professionisti seri in un lavoro serio, per il quale sono stati formati. Solo incidentalmente Le faccio presente che da anni il Ministero da Lei retto non stanzia fondi ordinari per la catalogazione, rendendo di fatto complesso il lavoro di tutela dei dirigenti e dei funzionari archeologici e precludendo possibilità di lavoro a professionisti seri e formati.

  22. da Tiziana 15 dicembre 2013

    non voglio mettere in dubbio la sua buona fede, ministro, ma ritengo di doverle far presente che nel bando ci sono dei punti grotteschi, a prescindere dall’entità della retribuzione. Il primo punto riguarda la certificazione B2: supponga che ci siano persone che conoscono l’inglese a menadito (per studi personali, permanenza all’estero, un genitore madrelingua o altro) ma non possiedono la certificazione B2 perché non ne hanno mai sentito l’esigenza, non sarebbe stato più opportuno e utile prevedere una verifica diretta piuttosto che un pezzo di carta? Punto due: l’età limite è 35 anni: non pensa, ministro, che una volta arrivati a 35 anni questi laureati abbiano già acquisito tutte le conoscenze che occorrono per catalogare un patrimonio che conoscono benissimo, senza che arrivi qualcuno a formarli? E poi, se dopo il tirocinio di un anno questi 35enni verranno rimandati a spasso avranno perso un altro anno, saranno usciti dai limiti di età previsti per i concorsi e nemmeno avranno potuto mettere da parte qualcosa per tirare avanti fino alla prossima delusione. Punto tre: ai “digitalizzatori” si richiede la perfetta conoscenza dell’inglese, addirittura con certificazione, ma non si chiede la minima conoscenza dell’informatica. Curioso, no? Fa quasi pensare, se uno fosse malizioso, che il bando sia stato tagliato su misura per qualcuno…

  23. da Federica 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    sono laureata in Conservazione dei Beni Culturali con 110/110 e lode…parlo fluentemente inglese, francese, spagnolo e tedesco…ma non posseggo la certificazione B2 di inglese…posseggo le certificazioni di inglese B1, francese B1 e spagnolo B2… pagate di tasca mia…!!!!!!tali titoli hanno un costo piuttosto elevato, che non sempre un disoccupato può sostenere…può essere questa, secondo lei, una discriminante per non avere diritto a partecipare al concorso “500 giovani per la cultura”?

  24. da Adele Iasimone 15 dicembre 2013

    Formazione, formazione e ancora formazione…. ma quanto ancora dobbiamo vivere di formazione? E soprattutto, formazione per cosa? E da parte di chi? QUali sono le professionalità all’interno del ministero che dovrebbero offrire formazione ai 500 eroi della cultura? Non mi risultano organi specializzati, settori dedicati alla digitalizzazione del patrimonio in grado di dare formazione.
    Si cita poi il merito e la competenza. Allora mi chiedo: la mia laurea e le competenze acquisite a cosa servono se io ancora a 35 anni (seguendo il limite massimo di età) devo ricevere formazione?
    Il tirocinio si svolge in tutta Italia, è vero. . . e lei caro ministro pensa che vivere in altre città con 416€ lordi sia facile? A ROma è impossibile, ma anche in città come Ravenna (dove vivo io) è improponibile, anche se vivessi coi miei genitori (sono andata via di casa a 19 anni per “formarmi” nella migliore università italiana, quella di Bologna..).
    Ultimo punto: apertura ad altri corsi di laurea. Quale sarebbe il loro valore aggiunto se si specifica di voler fare entrare i giovani a contatto con il patrimonio? Come può una persona competente in altre materie intervenire sul nostro già martoriato patrimonio?

    Vogliamo risposte MINISTRO… vogliamo una SPERANZA!

  25. da Alice 15 dicembre 2013

    Caro ministro tanto per ricordarle.. Qualche anno fa ministero e regioni organizzarono dei corsi, a vostra detta, altamente specializzanti: TECNICO PER LA DIGITALIZZAZIONE DEL PATRIMONIO CULTURALE di durata annuale con tanto di tirocinio presso le soprintendenze. Ovviamente vi si accedeva con un curriculum specifico e inerente… Ora questo “corso” non tiene neppure in considerazione queste figure che voi stesso avete preparato.. Le chiedo di rivedere i termini (110?? Come voto?)di accesso e dare precedenza a chi è già formato ,proprio da voi, in questo ambito.. Perché un bando così strutturato e’ avvilente.. Lo faccia come fosse un genitore non come un ministro..

  26. da Valentina 15 dicembre 2013

    A 34 anni ho 11 anni di contratti del cavolo a 500 euro, ho il dottorato, il master, la scuola di specializzazione. Ma di quale formazione sta parlando? Ah scusate non ho il titolo di inglese beh allora si.. Sono ancora da formare..ma per favore SVEGLIATEVI

  27. da Alessandra Avagliano 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    quella che avanzo non è una critica, ma una proposta. Mi permetta di farle notare che 500 giovani per la cultura, così come è stato concepito, non potrà dare grossi risultati: poco personale, non organizzato, si cimenterà in un compito straordinariamente difficile.
    Allora mi chiedo, invece che spendere queste risorse per formare personale già qualificato, non sarebbe stato più opportuno assegnare le risorse a Progetti meritevoli in maniera da poter monitorare il lavoro svolto e gli obiettivi raggiunti, secondo un modello che oramai è largamente affermato in ambito accademico, ma anche europeo?
    Portare a termine anche 10 Progetti in contesti chiave sarebbe stato un importante passo; invece finanziare “a pioggia” e in maniera casuale mi sembra un’occasione mancata, l’ennesima.

  28. da Alberto 15 dicembre 2013

    Gentile ministro,
    Capisco la sua buona volontà, ma la realtà di noi tutti, precari giovani e non, è ben diversa.
    Un tirocinio formativo va promosso per quelle persone che vanno formate, va da sé, e non per quelle che hanno i requisiti da voi richiesti. A questo punto sia coerente, scrivete sul sito del Mibac che cercate personale da formare ma con esperienza pluriennale, così sarete davvero al passo con i tempi che noi al di fuori dei Palazzi (che contribuiamo a restaurare e a studiare per due lire precarie e con la p.iva) viviamo tutti i giorni.
    Per quanto mi riguarda, per raggiungere tutti i requisiti da Lei richiesti ho ahimè passato i 35 anni, seppur per tre mesi. Che miseria.

  29. da valentina 15 dicembre 2013

    ministro, tacendo avrebbe fatto miglior figura. apprezzabile comunque per aver risposto, ha avuto il coraggio di metterci la sua faccia.

  30. da antonella 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    con le parole requisiti alti e solo i migliori offende milioni di studenti che come me si sono impegnati e purtroppo non sono riusciti ad avere il prezioso 110/110 , spero si renda conto di questa cosa.
    Nonostante mi sia laureata con 100/110 vado fiera del mio voto e penso che anche io come tanti altri giovani che si sono laureati con un voto anche minore al mio potremmo essere in grado di svolgere lo stesso il lavoro che potrebbe svolgere un laureato con 110/110,senza nulla togliere a nessuno ovviamente!
    Spero che presto le cose cambino per migliorare il nostro patrimonio.

  31. da Rosanna 15 dicembre 2013

    Gentile MInistro

    giusto il requisito del limite di età e anche del voto di laurea visto che in Italia non esiste più la meritocrazia ed è giusto dare spazio ai giovani e porre un limite d’età visto che ogni volta chi ha piu anni ha giustamente più esperienze lavorative e un povero giovane privo di esperienza si vede scavalcare da queste persone. Assurdo il requisito dell’attestato di lingua inglese b2 che ha costi che non tutti possono permettersi e che trovo inutile e non di cosi gran importanza per un simile bando e assurdo che possano accedere anche coloro che hanno lauree non attinenti all’ambito culturale. Infine si spera che il fantomatico test selettivo non
    Tratti tutte le materie tranne l’arte che invece dovrebbe essere l’argomento esclusivo.

    • da S.T. 16 dicembre 2013

      Gentile Rosanna, alcune sue osservazioni sono giuste, del resto le hanno espresse decine e centinaia di colleghi (per così dire) direttamente interessati. Mi permetto due note su altri aspetti di cui lei parla.
      Primo: il voto di laurea dovrebbe essere il parametro con cui si dimostra il merito, ma non lo è, non essendo assegnato su basi univoche. Varia da sede a sede, da facoltà a facoltà, per cominciare. Dipende dalla tesi e dalla media dei voti, e – come qualcuno ha già ricordato, se non sbaglio – chi lavora, oppure deve dare un certo n. di esami con precise scadenze per mantenere la sua borsa, o si trova in situazioni difficili, può non arrivare al 110 pur essendo bravo quanto e più di altri. Mi sono laureata con lode: credo di averla meritata, penso che sia stato anche un modo per garantirmi, da parte del corpo docente, qualche possibilità in più di proseguire in un ambito per il quale, come si dice, “ero portata” (del risultato le dirò tra poco)… eppure sono conscia che forse se mi fossi laureata anche soltanto in un altro giorno, o con una tesi che non “sentivo” assegnata da un docente un po’ indifferente, o in non so quali altre condizioni, la lode non l’avrei presa.
      Secondo. E’ vero, chi ha più di trentacinque anni ha, molto probabilmente, già fatto esperienza professionale. Peccato che per molti di noi questa esperienza sia stata non retribuita, o retribuita ma occasionale, non riconosciuta in sede dei pochi concorsi per i nostri profili, faticosamente inseguita, senza sbocchi – non parlo di posizioni da dirigente ma di semplice lavoro. Molti di noi, per nostra natura o per le più varie circostanze, non sono riusciti a inserirsi in un settore che può essere molto, molto chiuso (le risparmio le spiegazioni) e, da non più giovani laureati in materie umanistiche, hanno grande difficoltà a fare persino ciò che riuscivano a fare prima, che so, lavare i piatti o rispondere al telefono in un ufficio.
      Vede, le sue osservazioni sarebbero anche giuste in un mondo ideale o anche solo un po’ più illuminato, ma il nostro non lo è, e questo anche una persona appassionata-ma-realista come – così pare – è il nostro ministro lo sa, poi bisogna vedere se e soprattutto quanto (vedi intervista di ieri sera) possa tenerne conto e dare opportunità anche a noi.

  32. da Sandro 15 dicembre 2013

    Gentilissimo Ministro,
    ogni atto della sua gestione dovrebbe essere ispirato al rifiuto della logica dell’emergenza, non più accettabile né sostenibile.
    Se in questo può attingere solo ai bilanci della formazione, che sia vera formazione, strutturale, che possa creare le condizioni di metodo per creare discontinuità con il passato.
    Usare voci di spesa specifiche per fare altro è la cifra della vecchia politica, e in questo caso coincide al peggio con il solito, vecchio, criterio di spargere soldi a pioggia.
    Abbiamo bisogno, in Italia, di metodo, di approccio strutturale allo formazione, al lavoro, allo sviluppo.
    Ci provi.

  33. da Marcella 15 dicembre 2013

    Gentile ministro,
    ho quasi 34 anni, sono archeologa professionista da quasi 10 anni, ho un dottorato di ricerca e anni di esperienza alle spalle, articoli e libri editi, partecipazioni a convegni nazionali e internazionali. Ma non ho il B2 perché nella mia laurea vecchio ordinamento non era compresa e ora, da precaria, non ho i soldi per pagarmi un corso e un esame.
    Come altri e altre professionisti/e come me, a questa età vorrei un riconoscimento per la mia professione e la possibilità di vivere in maniera meno precaria e crearmi una famiglia, non la miseria di uno stage formativo con compenso da fame.
    Ma lei ha presente quanto costa un affitto? E le bollette? Ma lei, e con lei il resto della classe politica italiana, in quale Italia sta vivendo?
    Per favore ripensi allo schiaffo che state dando a quelli che come me ogni giorno lavorano con umiltà per la Cultura italiana e a tutt* i/le precar* over 35 ai/alle quali state voltando le spalle.

  34. da Simone Gianolio 15 dicembre 2013

    Ministro,
    non aggiungerò nulla a quello che Lei scrive: Le dico solo una cosa, se le rimane un briciolo di dignità e di interesse vero verso la Cultura, si dimetta. Perché non ha capito nulla di quella che è la valorizzazione dei BB.CC. e in base a questo non aver capito nulla sta buttando all’aria 2,5 milioni di euro, che nel nostro comparto sono davvero tantissimi soldi… Il nostro gruppo di ricerca sta portando avanti uno scavo con €30.000, con professionisti pagati appena appena l’indispensabile, che devono vedere come questi soldi vengono spesi in modo incredibilmente assurdo.
    Le ripeto, se ha un briciolo di dignità, chieda scusa e si dimetta, perché il suo ruolo di Ministro non si può esplicare con poesie e foto su Twitter condite da queste assurdità al limite dell’Incostituzionale…

  35. da Alessandro 15 dicembre 2013

    Salve signor Ministro,
    aggiungo solo un altro commento alla lunga lista di quelli già presenti.
    Sarò franco e diretto con lei: mi è sempre piaciuto e ho sempre creduto in lei, fin dall’inizio. Credo nella sua buonafede e nelle sue profonde intenzioni di far cambiare le cose.
    Trovo che sia un bel segnale investire 2,5 milioni di euro nel comparto culturale e mi sembra un buon punto di partenza puntare sulla meritocrazia, ma non posso esimermi dal far funzionare le mie funzioni logico-deduttive ed evidenziare un grande paradosso, o meglio un ossimoro.
    L’ossimoro dei giovani neolaureati con esperienza.
    Se il bando fosse effettivamente rivolto a giovani neolaureati dovrebbe comprendere persone laureate con un’età massima di 27-28 anni (e sto esagerando). Con buona pace dei 35enni, non possiamo continuare a spostare la soglia della gioventù all’inverosimile solo perché non riusciamo ad affrontare e risolvere un problema sostanziale.
    Se il bando fosse effettivamente rivolto a neolaureati non si dovrebbe richiedere tutta quell’esperienza pregressa (dove avrebbe potuto guadagnarsela quella esperienza un neolaureato?).
    Se il bando fosse effettivamente rivolto agli operatori e alle operatrici dei beni culturali non dovrebbe comprendere classi di laurea come Economia e Commercio. Non penso proprio che il Ministero dell’Economia quando emette bandi (pur anche di tirocinio) includa tra i possibili candidati i laureati in Archeologia.
    Possibile che non c’era proprio un modo migliore per spendere quei 2,5 milioni di euro? E poi, perché proprio 500 laureati (mi fa specie chiamarli giovani o neolaureati) e non 100? Oppure 100 laureati con un contratto di 6 mesi degnamente stipendiati e altri 100 per i restanti 6 mesi? Possibile che non si potevano selezionare dei professionisti per un contratto a tempo determinato?
    Perché poi un ennesimo tirocinio (ammesso e non concesso che sia formativo) sulla catalogazione di ottocentesca memoria (seppur con mezzi e strumenti moderni) di ciò che possediamo e mai una mezza idea o un’iniziativa su come sfruttare ciò che abbiamo? Perché ulteriore formazione e non del sano lavoro? Possibile che è così evidente solo per coloro che non hanno nessun potere decisionale che finiremo per morire di formazione?
    Mi si dirà che il Ministero non può assumere. D’accordo. Ma allora perché riempirsi la bocca per mesi di finti proclami?
    Vede, io non parlo per rabbia o stizza di non poter partecipare. Io ho 28 anni, una laurea in Archeologia con 110 su 110 e lode, certificazione C1, quindici mesi di tirocinio all’estero e un anno di lavoro in Italia. Rientro in pieno nei requisiti richiesti e probabilmente parteciperò al bando. Ma non lo farò con convinzione, lo farò solo per un semplice e fastidioso computo matematico: 416 è maggiore di 0.
    La ritengo un’opportunità? Sì, un’opportunità persa.
    Mi dispiace, signor Ministro. Lei mi piace, mi è sempre piaciuto e ho creduto in lei. Ma questo bando non è degno della sua persona e delle sue intenzioni.
    Il riconoscimento e la valorizzazione dei professionisti dei beni culturali passa attraverso norme, riforme e provvedimenti radicali, non attraverso tirocini formativi.
    Non chiediamo risorse. Le risorse siamo noi.
    Cordialmente,

    Alessandro D’Amore

  36. da Elena 15 dicembre 2013

    Sono una laureata in Storia europea con il massimo dei voti, ho conseguito anche il diploma di archivistica, paleografia e diplomatica all’archivio di stato di Palermo ma la mia votazione è ben lontana dai 150/150. Ora mi chiedo Gentile Ministro, ammesso che si abbiano tutti questi requisiti, il suo lodevole intento di formare i giovani alla tutela e conservazione dei beni culturali non creda che strida con la richiesta di requisiti così alti e specialistici?

  37. da Bruna 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    ho tutti i requisiti che mi chiede il bando. Ho dovuto fare la cameriera, la barman, ripetizioni private, visite guidate e non so quanti altri lavori per conseguire una laurea V.O. una specializzazione e un dottorato. Sono guida turistica autorizzata per cui parlo fluentemente l’inglese. Ma il B2 costa troppo! Io credo che chiedere il B2 sia discriminante, perchè lei deve selezionare secondo un criterio meritocratico e non economico! Le chiedo di modificare la clausola, perchè i veri meritevoli sono persone come me che hanno grande spirito di sacrificio, ma non i mezzi!

  38. da Gabriele 15 dicembre 2013

    Caro Massimo,
    trovo positivo che lei si assuma la responsabilità di quello che fa, quindi me la assumerò anche io.
    Mi chiamo Gabriele Gattiglia mi occupo di digitalizzazioni in campo archeologico e di open data. Cerco di spiegarle perché questo bando non mi convince:
    - si dice che è una formazione post-laurea, se questo fosse dovrebbe avvenire prima, quindi avere dei requisiti di età più bassi, non 35, quando non solo non si è più giovani, ma molti hanno esperienza e formazione (per quanto non si smetta mai di imparare) da vendere, la retorica della freschezza dei ragazzi è stucchevole, perché alla stessa età all’estero si vincono dottorati ben pagati, Marie Curie, e si guidano progetti di ricerca;
    - si dice che è un tirocinio, ma ha delle regole sia di durata, sia di impegno che lo fanno somigliare troppo a un lavoro, in questo caso veramente sottopagato e che contrastano con molte delle legislazioni regionali sui tirocini (http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/archeologi-insorgono-bando-stage-ministero-beni-culturali)
    - se, quindi, come si suppone si tratta di un lavoro mascherato c’è il danno per i tirocinanti e la beffa, per coloro i quali si occupano come precari da anni di catalogazione presso il MiBACT, quindi la concorrenza, c’è eccome e viene creata proprio dal Ministero;
    - se lo Stato attraverso un suo ministero ritiene giusto pagare un trentenne 3 € lordi l’ora (tirocinio o meno che lo si voglia chiamare), si spiega come mai le discipline umanistiche siano in crisi di iscrizioni e lo saranno sempre più, dal momento che il bando le mette in concorrenza con discipline che non hanno formazione specifica e, in questo modo, si concorre a far terra bruciata della Cultura in Italia (nessuna formazione, nessuna ricerca, quindi nessuna tutela…);
    - a tutto questo si ricollega la questione del riconoscimento dei professionisti dei beni culturali: siccome anche le date hanno un significato, postporre il riconoscimento a questo bando è l’ennesima ferita per i professionisti;
    - Considerazioni tecniche: a mio avviso e non solo mio (http://www.claudiogiunta.it/2013/12/500-giovani-samurai-un-bando-del-mibac-per-il-digitale/) non c’è innovazione e il bando appare come l’ennesima occasione sprecata: quella di trasformare i nostri beni culturali in dati aperti, liberamente fruibili e riutilizzabili, in un’occasione di diffondere valore culturale alla comunità e di offrire possibilità impensabili di utilizzo anche commerciale per giovani (e meno giovani) startuppers dei beni culturali (più esteso qui: http://ggattiglia.tumblr.com/post/69981084593/lo-sfruttamento-ce-linnovazione-manca ma anche qui http://steko.iosa.it/2013/12/la-prossima-volta/ ).
    - Infine una sensazione di tristezza che leggo tra le righe: quella, probabilmente in buona fede, di voler fare di più, ma avendo a che fare con una struttura ottocentesca (avrà ragione Renzi?) non riuscire a farlo e quella più amara ancora che questo è il futuro che la vostra generazione ha saputo lasciare in mano a questa…
    Io l’11 gennaio manifesterò contro questo bando per tutti i motivi che ho elencato e soprattutto perché educatamente non mi piace essere preso giro.
    Cordialmente
    Gabriele

  39. da Mary 15 dicembre 2013

    ……non si rende conto che sta buttando soldi pubblici….e che sta offendendo tanti professionisti nel settore BB.CC…..che sicuramente si troveranno poi a dover mettere toppe nei lavori malfatti dei 500 schiavetti!!!! Vergognati ministro!!! non ti do del lei perché non merita il minimo rispetto!!!

  40. da Andrea 15 dicembre 2013

    Magari cerchiamo di fare lavorare decentemente i funzionari che ci sono ed hanno voglia di lavorare che dopo una laurea, una specializzazione ed un dottorato sono praticamente dei volontari con uno stipendio da fame e per andare a fare un sopralluogo devono pagarsi le spese di trasferta.
    Questo è il suo ministero…
    Buon lavoro

  41. da isabella 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    sono una archeologa giovane per tappe della vita (non ho potuto costruire carriera, casa e/o famiglia per precarietà dilagante), vecchia per tappe curriculari (scavo ormai da dieci anni), troppo vecchia per i bandi pubblici, troppo giovane per la pensione, insomma che tipo di “giovane-vecchia” sono?!

  42. da isabella 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro sono una archeologa giovane per tappe della vita (non ho potuto costruire carriera, casa e/o famiglia per precarietà dilagante), vecchia per tappe curriculari (scavo ormai da dieci anni), troppo vecchia per i bandi pubblici, troppo giovane per la pensione, insomma che tipo di “giovane-vecchia” sono?!

  43. da Luigia 15 dicembre 2013

    Perché ancora limiti di età! Perché???

  44. da Alessandro 15 dicembre 2013

    Gentile ministro, condivido la scelta di un alto livello di requisiti e di puntare sui giovani, tuttavia mi sento in dovere di precisare alcune cose.

    A 35 anni non si è più giovani, non lo si è quasi più nemmeno a 25, si è già professionisti più che qualificati, con decine di esperienze alle spalle e con l’aspirazione di uno stipendio quantomeno dignitoso.

    Se di formazione si voleva parlare doveva essere un bando rivolto a studenti (19-25 anni), quindi veramente giovani, che necessitano di una reale formazione. Al massimo si poteva parlare di neolaureati (entro i 2 anni dopo la laurea per esempio).

    In ogni caso il compenso pattuito per il lavoro richiesto è ridicolo, per quanto sia conforme alle norme sui tirocini, ampiamente discutibili tra l’altro, perché è offerto a chi già è un professionista e si aspetterebbe di essere trattato come tale.

    Per quanto spero che la decisione di pubblicare questo bando voglia essere un reale cambio di rotta in questo paese (anche se, mi dispiace dirlo, la nostra storia mi ha reso completamente scettico verso una qualunque iniziativa del governo), il modo in cui il bando è stato presentato si rivela essere l’ennesima umiliazione per chi ha deciso di fare della cultura il proprio mestiere. In particolare per i seguenti due punti:
    1) è aperto a tutti i laureati, non a chi ha studiato per anni per discipline prettamente rivolte ai beni culturali;
    2) compenso ridicolo per persone già ampiamente formate, sarebbe stato equo se fosse stato rivolto a studenti in corso di formazione.

    Detto questo mi auguro che lei riesca veramente a far cambiare le cose e che questo bando sia un reale segnale, non ci credo, ma magari chissà, rimarrò stupito, una volta tanto nella mia vita.

  45. da Giuseppe 15 dicembre 2013

    Gentile ministro, può andare bene la scrematura sul voto di laurea, un po’ particolare la discriminante sulla conoscenza B2 della lingua inglese, certo come tirocinio lavoro per persone qualificate la paga è veramente sotto il minimo…è arrivato il momento che le persone che hanno una formazione specifica nell’ambito della cultura abbiano il giusto spazio in questo Paese, che si inverta in modo sostanziale la rotta, visto che veramente non c’è proporzione tra la quantità potenziale di ambiti nei quali poter agire concretamente, e le unità di personale impiegate…rimaniamo in attesa

  46. da Lisa Foa 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    mi pare che il suo commento non prenda molto in considerazione le migliaia di commenti che girano da giorni sul web. Mi chiedo se lei abbia idea di cosa voglia dire €5000 lordi l’anno come unica entrata (a meno che non si voglia fare, per integrare, un bel lavoro serale o – perché no – nei weekend). E non c’entra nulla essere fuori sede o meno, perché le assicuro che a Roma, anche abitando in casa propria (e pensi un po’ la fortuna, senza neanche un mutuo da pagare!) questo “stipendio” da tirocinante non basterebbe neanche utilizzando le candele al posto della corrente elettrica. Inoltre insiste nel parlare di giovani: si guardi intorno per cortesia. DOVE STANNO I TRENTENNI IN EUROPA? che ruolo occupano all’interno del mondo del lavoro e delle università? Si vergogni a sostenere che i migliori, le eccellenze che andate cercando, siano ancora da formare.

  47. da Giovanni 15 dicembre 2013

    Gentile Sig. Ministro,
    evitando qualsiasi polemica, elenco qui di seguito le mie proposte di revisione del bando:
    1) abolire il limite dei 35 anni d’età, altamente discriminante;
    2) permettere la partecipazione esclusivamente a coloro che hanno conseguito una laurea afferente al campo dei beni culturali;
    3) eliminare i requisiti obbligatori del certificato di lingua inglese livello B2 e della votazione di laurea, magari attribuendo ad essi un punteggio in fase di valutazione dei titoli;
    4) viste le risorse economiche a disposizione, ridurre a 150 il numero dei beneficiari, ai quali almeno, verrebbe garantita una retribuzione dignitosa.
    Buon lavoro,

    Giovanni, archivista/bibliotecario

  48. da Chiara 15 dicembre 2013

    Gentile ministro,
    io possiedo già la formazione per questo tipo di incarico eppure non posso neanche partecipare al bando perchè non possiedo una certificazione di lingua che si ottiene a pagamento in istituti privati. Mi sono laureata con lode 3 anni fa eppure dopo un corso biennale di specializzazione e vari tirocini, gratis, ancora non posso permettermi un posto nel mondo del lavoro. Secondo lei “formare” altri 500 giovani in un campo dove ci sono già molte persone che hanno questo tipo di formazione ma che tutt’ora sono disoccupate non vuol dire alimentare questa disoccupazione?? Una volta che saranno sbloccati i concorsi per le assunzioni chi avrà la precedenza..chi è già formato grazie ad un percorso universitario completo o chi avrà partecipato a bandi del genere?

  49. da Stella 15 dicembre 2013

    Sig. Ministro,
    io ho una laurea triennale e specialistica con 110 e lode, ho già collaborato (lavorato) gratuitamente nel settore ( PUBBLICO), ho una buona conoscenza dell’inglese (acquisita fuori dall’università, dal momento che per molti corsi di laurea in beni culturali e affini non è previsto l’insegnamento della lingua inglese e ad un livello b2)..sono disoccupata, campo di lavoretti e non posso partecipare al bando perché non possiedo una certificazione per la quale dovrei sborsare almeno 150 euro che – lo potrà trovare eccessivo, ma le assicuro la mia buona fede- NON HO. Mi dica cosa dovrei e dovremmo fare? Abbiamo speso energia, denaro, anni per formarci in questo campo con passione ed impegno ed ora, per via di requisiti insensati (su tutti il certificato di lingua inglese B2), non possiamo nemmeno venir presi in considerazione, così, a priori, per accedere ad un programma pubblico di formazione nel “nostro” settore..che amarezza. Almeno potessimo partecipare agli altri bandi pubblici con la ns laurea, ma non ci è permesso. Nel caso di valore cultura si offrono 500 posti di lavoro e formazione pressoché a tutti..ma col 110!! Ah bé! Credo che non sia così difficile da comprendere che ci sono tanti studenti con meno di 110, ma con una o due lauree in beni culturali, più preparati per questo tipo di percorso di altri nostri coetanei con un 110 in pedagogia o scienze politiche (preparati dunque, per intraprendere altri percorsi professionali). Perché ci bistrattate in questo modo? E’ un incubo.

  50. da Stella 15 dicembre 2013

    Sig. Ministro,
    io ho una laurea triennale e specialistica con 110 e lode, ho già collaborato (lavorato) gratuitamente nel settore ( PUBBLICO), ho una buona conoscenza dell’inglese (acquisita fuori dall’università, dal momento che per molti corsi di laurea in beni culturali e affini non è previsto l’insegnamento della lingua inglese e ad un livello b2)..sono disoccupata, campo di lavoretti e non posso partecipare al bando perché non possiedo una certificazione per la quale dovrei sborsare almeno 150 euro che – lo potrà trovare eccessivo, ma le assicuro la mia buona fede- NON HO. Mi dica cosa dovrei e dovremmo fare? Abbiamo speso energia, denaro, anni per formarci in questo campo, con passione ed impegno ed ora, per via di requisiti insensati (su tutti il certificato di lingua inglese B2), non possiamo nemmeno venir presi in considerazione, così, a priori, per accedere ad un programma pubblico di formazione nel “nostro” settore!! Che amarezza. Almeno potessimo partecipare agli altri bandi pubblici con la ns laurea, ma non ci è permesso. Nel caso di valore cultura si offrono 500 posti di lavoro e formazione pressoché a tutti..ma col 110!! Ah bé! Credo che non sia così difficile comprendere che ci sono tanti studenti con meno di 110, ma con una o due lauree in beni culturali, più preparati per questo tipo di percorso di altri nostri coetanei con un 110 in pedagogia o scienze politiche (preparati dunque, per intraprendere altri percorsi professionali). Perché ci bistrattate in questo modo? E’ un incubo.

  51. da paola 15 dicembre 2013

    Signor Ministro, comunque lo rigiriamo, questo “destino” è impresentabile: se destinati a non essere assunti, i selezionati avranno passato un anno della loro vita lavorando pressoché gratuitamente; se assunti, saranno destinati ad entrare nel numero di coloro che lo sono senza avere i titoli necessari e le relative competenze per svolgere il ruolo che ricoprono, e senza aver superato un concorso.

  52. da S.T. 15 dicembre 2013

    Signor Ministro, grazie per la risposta, che per quanto non sia del tutto soddisfacente è un buon inizio per dialogare.
    Apprezzo il fatto che, nelle forme imposte dalla comunicazione politica e istituzionale, abbia ridimensionato il bando quasi a quello che è, ossia una formazione-lavoro e non l’opportunità dela vita, né la soluzione al problema della disoccupazione.
    Sorvolo i problemi relativi al rapporto tra voto di laurea e trattamento economico, al voto stesso (110) richiesto per candidarsi, al livello B2 di inglese, ben descritti da molti interventi, e passo a due altri aspetti che posso valutare meglio.
    Cerco di non essere corporativista, ma rimango con il dubbio che chi a suo tempo ha scelto di iscriversi a economia, legge e così via non sia poi così interessato ai beni culturali, ma sia piuttosto – anche comprensibilmente – in cerca di un’occupazione quale che sia. Questo ovviamente con le debite eccezioni: c’è chi ha scelto queste facoltà proprio per studiare legislazione o economia o informatizzazione dei beni culturali, chi a pochi esami dalla laurea si accorge di avere tutt’altra vocazione, chi si è iscritto in seguito alle pressioni della famiglia, chi desidera in primo luogo fare qualcosa per il bene comune… personalmente preferisco avere a che fare con un medico che ha scelto la professione perché ama la medicina piuttosto che con uno che mi dice di averlo fatto per caso (uso il primo banale paragone che mi viene in mente). Se poi ci sarà qualcuno che da una formazione scelta perché non aveva alternative uscirà sensibilizzato al patrimonio culturale, poi, sarà tanto meglio. Però…
    Lei scrive inoltre che i giovani formati non saranno in concorrenza con chi ha dedicato anni di studio e impegno e ricorda, correttamente, che attualmente il MiBACT non è in grado di indire concorsi: spero che questo significhi che le voci sull’eventuale inserimento / stabilizzazione sono infondate, così come quelle sulla valutazione preferenziale dell’esperienza di formazione se e quando i concorsi si potranno fare. A questo proposito, spero anche che la “soluzione che riconosca” le nostre competenze non si limiti al riconoscimento delle professioni dei beni culturali, al quale comunque teniamo molto e che pare sia finalmente in arrivo. Vorrei sottolineare che molte nostre esperienze non corrispondono a forme di lavoro continuativo e con contratti, risultando spesso escluse dai titoli valutabili nelle procedure concorsuali. Se siamo così insistenti è (anche) perché arriviamo da un percorso a ostacoli fatto di scarsa considerazione, illogicità, piccole e grandi ingiustizie, dedizione mal ripagata, ma questo credo che lei lo sappia..

  53. da bruno 15 dicembre 2013

    La precisazione è stata molto chiara . Attraversiamo tempi in cui una comunicazione estiva non fatta da Lei a suo tempo incautamente passata come “assunzione” aveva fatto balenare l’idea di una selezione finalizzata ad un concorso. D’altronde l’esperienza dei giubilari e dei tempi stile Legge Tina Anselmi evocavano assunzioni ope legis. Trattasi di un tirocinio formativo come se ne fanno tanti nelle aziende private e perchè no anche in una qualificata branca della P.A. Da sindacalista, e ho avuto modo di conoscerla all’ultimo incontro, ritengo che si stia facendo una tempesta in un bicchier d’acqua con questi 500. Forse ci sono sintomi e sensibilità sopite e molteplici che nascondono aspettative datate e urgenti per tanti soggetti e anche per il personale interno che rivendicano risposte disattese da anni e causate non da Lei…ma dal quadro dirigente centrale. Ci sono tante risorse interne che aspettano un cenno, un segnale tangibile per dimostrare che possono dare e fare molto di più e supplire a tante deficienze organizzative che nascono da burocratizzazione e rigidità di sistema. Adottiamo un modello flessibile nella gestione delle risorse, semplifichiamo, snelliamo, riduciamo sul territorio tante gestioni del personale…e valorizziamo le professionalità interne oggi deluse e impedite di esprimersi a pieno.

  54. da Lorenzo Dell’Aquila 15 dicembre 2013

    Gent.mo Ministro, sono una delle persone che, in questi giorni, Le ha scritto in merito al bando “500 giovani per la cultura”. Uno dei tanti operatori del settore rimasti stupiti (“scioccati” è il termine esatto) dal bando. Le ho scritto, sollecitandoLa ad esporsi su questa vicenda, tramite twitter, uno strumento ottimo per gettare le basi di un confronto che deve pero completarsi in altri luoghi e con altri mezzi, per non rimanere prigionieri dei “famosi” 140 caratteri. Per questo ho apprezzato molto la scelta di diffondere una nota sulla vicenda attraverso il suo sito internet. Mettendoci la faccia, quindi, senza nascondersi dietro l’algida sigla del Ministero. Con un po’ di presunzione mi permetto di considerarlo un invito a continuare ed approfondire il confronto. E di farle alcune osservazioni che spero possano contribuire a considerare diversamente qualche aspetto. So bene che, in questo momento, Mibact (e in generale la pubblica amministrazione) non possa assumere. So bene che il bando non obblighi nessuno a costosi spostamenti fuori sede. Così come sono sicuro che la richiesta di titoli alti per accedere alla selezione, sia stata pensata per premiare il merito. Ma, mi chiedo, si può parlare di “semplice tirocinio” per un periodo di 12 mesi, con un impegno variabile tra le 30 e le 35 ore settimanali, con il riconoscimento di 24 giorni di malattia, con il conteggio di eventuali “assenze ingiustificate” e l’eventuale decurtazione del rimborso? Non sarebbe meglio e più proficuo (sia per i partecipanti che per le stesse istituzioni coinvolte) pensare ad una organizzazione diversa dei tempi e dei modi di svolgimento del tirocinio? In modo da non trasformare “l’opportunità” in un impegno talmente totalizzante da escludere, in partenza, chi non può contare su una famiglia o su altre fonti di reddito in grado di sostenerlo. Vede, Ministro, le scrivo in modo così diretto e appassionato proprio perchè io questa “trafila” e questi sacrifici li ho già fatti. Poi ho scelto, al termine della mia formazione, una strada leggermente diversa. L’azienda che ho fondato (e per la quale, quotidianamente, continuo a fare tanti sacrifici) si occupa di valorizzazione dei beni cultuali: conosco molto bene, quindi, le tante difficoltà di natura economica e burocratica (oltre che, a volte, politica) con cui istituzioni e professionisti devono, ogni giorno, fare i conti. Ma sulle difficoltà io non mi posso adagiare. Non posso andargli incontro con rassegnazione. E se queste stesse difficoltà possiamo affrontarle e superarle noi “piccoli” operatori, non posso e non voglio accettare di vivere in un Paese in cui un Ministero così importante (e che dovrebbe essere strategico) “giochi al ribasso”. In cui lo Stato, invece di alzarla, abbassi l’asticella. E non posso non chiedermi cosa si sarebbe detto, come avrebbero reagito le istituzioni se una “opportunità” di questo tipo fosse stata proposta da un ente privato. In quanti avrebbero parlato, anzi, in quanti avremmo parlato di #500schiavi invece che di #500destini? Non posso, anzi, non possiamo, quindi, non parlarne ora. Cordialmente, Lorenzo Dell’Aquila

  55. da Claudia 15 dicembre 2013

    Gent.mo Ministro,
    tutto quello che Lei scrive è comprensibile: i tirocini, la retribuzione, la formazione e via dicendo, ma Le sfugge un particolare:noi giovani italiani siamo iper formati, confrontati agli altri giovani europei. E questo lo scrivo con cognizione di causa, visto che faccio l’archivista in Francia. Si, perché dopo la laurea hopreso un diploma di archivista all’Archivo di Stato della mia regione, a cui sono seguiti 180 giorni lavorativi, e dico 180, di tirocinio non retribuito, nemmeno un misero rimborso spese di 4 euro, come quello che ho ricevuto in Francia nel mio tirocinio pre contratto. E l’ho fatto non per spirito di sacrificio, ma per avere un contratto di 4 mesi, pagato 1200euro, che per fortuna svolgevo a casa, trattandosi di SIUSA.A questo ne è seguito un altro di 7 mesi, da contratto, che si è protratto per quasi un anno a causa di vicissitudini varie, pagato 4500euro la cui metà in tasse, fra cui anche una certa INPS da pagare che nn mi servirà a nulla visto che non avrò mai una pensione(non nemmeno un alvoro in Italia, figuriamoci una pensione).Poi fortuna ha voluto che ho vinto una borsa di studio Leonardo e ho fatto uno stage all’estero e poi un contratto trimestrale.Il mio desiderio più grando è quello di lavoare per lamia Italia, non per la vostra, perché se fosse anche un pò vostra non fareste mai dei bandi così offensivi e pensereste a noi trentenni buttati fuori dalla società lavorativa.Le confido anche un segrato: ho fatto anche la bambinaia per mantenermi gli studi e le pulizie n casa della gente.Ma questo per voi rientra nella normalità.Quando comincerete a fare politica, a occuparvi della “res publice”, vi prego avvisateci, così torniamo a casa, nella nostra bella Italia che lentamente state distruggendo.
    Cordiali saluti.

  56. da Carla 15 dicembre 2013

    ho letto tutti questi messaggi, ho letto la risposta del nostro ministro, nostro in particolare” mio” perchè ho 60 anni, sono l’ultima biologa dei beni culturali in servizio e so che se non cambierà qualcosa dopo la mia pensione che avverrà forse tra 7 anni chiuderemo e butteremo alle ortiche lavoro di 40 anni, conoscenze (rimarranno per fortuna le pubblicazioni), apparecchiature, collezioni e non c’è nessuno a prendere il posto e a continuare. Capisco che non ci siano soldi e capisco che un volontario per 1 anno è una goccia nel mare, ma prego i nostri superiori di correggere il tiro delle competenze richieste almeno restringendo il campo ai laureati specifici e sicuramente con alti voti (informatica, conservazione dei bbcc, lauree nel turismo, in archivistica eliminando quelle più generiche e di fare una prova attitudinale di inglese con comprensione di un articolo scientifico di livello internazionale). Così anche i quasi 400 euro saranno più giustificati. Grazie Ministro almeno per la buona volontà che lei ha e che abbiamo anche noi dipendenti impegnati ogni giornoa tirare la baracca del MIBAC.

  57. da Francesco 15 dicembre 2013

    Signor Ministro,
    si rende conto che il bando così come è stato emanato non farà che creare il solito mercato della disperazione della corsa ai titoli e alle certificazioni. Non molti hanno la certificazione delle proprie conoscenze linguistiche e pur di ottenerle cercherano chi può certificarle. Un regalo al mercato della pseudo-formazione post-laurea, un esborso per le famiglie, una ennesima truffa. Se è una selezione, perché non si poteva prevedere una verifica delle competenze linguistiche, magari certificandole per essere utilizzata per ulteriori concorsi e selezioni indette dallo Stato? E’ vero che attualmente i tirocini universitari sono retribuiti in questa misura, ma il Governo poteva dare un segno di un cambio di rotta riducendo i posti, ma aumentando la retribuzione. Questi stagisti riusciranno appena a pagarsi di che mangiare e i trasporti per raggiungere il luogo di lavoro. E le pare un clima idoneo per una serena formazione di professionisti? Insomma, signor ministro, un ennesimo segno di sostanziale impotenza da parte del governo. Per non parlare della definizione legale del ruolo, delle funzioni e delle competenze degli archeologi specializzati e delle società di archeologi, di cui in legislazione ci sono solo accenni. Le chiedo: è cosa impossibile ai funzionari del suo Ministero redarre il testo di una legge che dia tutele legali al lavoro di operatori dei BB.CC. come gli archeologi, attualmente vittime di un absentia legis e di un mercato del lavoro che mortifica la loro formazione e preparazione, non riconoscendo il valore legale e professionale alle loro documentazioni, e senza tutele previdenziali, pur svolgendo mansioni usuranti.

  58. da Una voce tra le tante 15 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    sono una ventisettenne laureata con lode in Scienze dei Beni Culturali e in Storia e Critica dell’Arte. Dopo la laurea specialistica ho anche frequentato un Master nell’ambito della gestione dei beni culturali e posseggo conoscenze linguistiche superiori a quelle da Voi richieste nel bando in oggetto. Attualmente lavoro per un’azienda che si occupa di promozione dei beni culturali. Fortunata, dirà Lei. In realtà, causa la crisi e il patto di stabilità, l’azienda si trova ad affrontare un periodo difficile per cui sono mesi che lavoro senza nemmeno l’ombra di uno stipendio.
    Questa presentazione per chiarire che, nella mia posizione, rientrerei perfettamente nella selezione del bando e che, quindi, le mie critiche sono tutt’altro che personali.

    Ciò che critico in questo bando è la posizione di fondo. Lei, e chi ha steso questo testo, crede che dei trentenni laureati con il massimo dei voti, presumibilmente con dottorato, con ottimo inglese e esperienze nell’ambito (perché questo profilo la meritocrazia mira a trovare) siano ancora delle figure “da formare”? Non crede che persone con un tal curriculum si possano facilmente intendere come professionisti del settore e non giovani da tirocinio? Non crede che potrebbe, non dico assumere perché l’ha detto lei non si può, ma impiegare a diverso titolo la metà di questi professionisti che di formazione (nell’ambito) non hanno più necessità?

    Lei la chiama opportunità. Ed è vero, Ministro, questa sarebbe un’ottima opportunità per chi effettivamente stia cercando una formazione nel settore della catalogazione. Se non fosse che, questa opportunità che avete giustamente pensato di assegnare per meritocrazia, abbia alle sue origini una selezione che va ben oltre le capacità e le conoscenze personali. Una selezione “a priori”, ancor prima dello screening dei curricula e dei test scritti e orali, che è una selezione tra chi, economicamente parlando, può permetterselo e chi no. 5000€ lordi all’anno sono un ostacolo per chi seppur meritevole ha una famiglia o una casa da mantenere, per chi non ha genitori in grado di “coprirgli le spalle” o per chi già fatica ad arrivare a fine mese.
    Gli anni di studi umanistici mi hanno insegnato il valore dello studio, l’importanza di una propria crescita culturale e l’amore per la divulgazione della conoscenza a tutti i livelli, tuttavia allo stesso tempo, gli anni da disoccupata o occupata senza portafoglio mi hanno insegnato qualcosa di più tragico e amaro: che con le occasioni e con le opportunità gratuite e temporanee non si vive, non si paga la rata della casa, non si forma una propria famiglia né si può collaborare a sostenere l’attuale.

  59. da Francesco Capitummino 15 dicembre 2013

    PUBBLICO QUANTO GIA’ TRASMESSO AI GIORNALI:

    500 giovani per la miseria.
    Mi sono laureato in Storia dell’arte e tutela dei beni storico-artistici a Viterbo presso la facoltà di Conservazione dei Beni Culturali (ora Dipartimento di Scienze dei Beni Culturali) che per anni ha formato e continua a formare potenziali figure al servizio del patrimonio storico e artistico della Nazione.
    Ho 27 anni e ho scoperto di essere giovanissimo quando, il 6 dicembre scorso, il MIBACT, sulla base del DL 91 del 2 agosto 2013, convertito in legge il 7 ottobre scorso (112/2013), dava attuazione alla “procedura concorsuale pubblica per la selezione di 500 giovani laureati da formare, per la durata di 12 mesi, nella attività di inventariazione e catalogazione del patrimonio culturale italiano […]”.
    Il Ministero fissa i paletti della procedura in ben 10 articoli.
    L’art. 2 comma 2 fissa a 35 anni di età il limite entro cui i giovani possono partecipare al concorso: mi scopro neolaureato ma soprattutto un giovanotto!
    Al primo art. si legge: “Ripartizione dei giovani da formare […]” salvo poi leggere all’art. 5 comma 5: “[…] alcun obbligo di assunzione da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo”. Definirei questa azione come una formazione a perdere.
    Proseguendo nella lettura del bando, all’art. 6, scopro che si tratta di formazione retribuita: “Ai candidati selezionati […] è corrisposta […] un’indennità di partecipazione, al lordo, di euro 5000 annui” per un rapporto di lavoro di ca. 30-35 ore per settimana (vedi art. 5 comma 3).
    Facendo un calcolo rapido, moltiplicando le ore settimanali per le 52 settimane annuali abbiamo un monte ore totale pari a 1820.
    Ai 5000 euro lordi di retribuzione va dunque detratto un 20%. Si tratta di ca. 4000 euro che divisi per le 1820 ore annue porta ad una retribuzione pari a 2,20 €/ora: non più di 15 euro al giorno!
    Ma il Ministero a questa cifra cerca figure altamente qualificate!
    Perchè oltre che giovani dovranno essersi laureati con non meno di 110/110 e possedere una certificazione di conoscenza della lingua inglese pari o superiore al B2.
    Posto che la catalogazione dei Beni culturali non si possa fare seduti ad una scrivania ma che debba passare attraverso una serrata attività di studio in situ e sopralluoghi è chiaro che la retribuzione non arriverà neanche a coprire le spese di noi giovani.
    Quando venne presentato il DL legge nel mese di agosto non mi ero ancora laureato ma speravo in questa manovra dal titolo “500 Giovani per la Cultura”.
    Oggi che il DL è diventato legge tenderei a chiamarlo “500 Giovani per la Miseria”.
    Mi sono laureato nell’ottobre scorso con il massimo dei voti discutendo una tesi in Storia dell’arte medievale sugli amboni della Sicilia normanna. Dopo venti giorni sono partito e adesso mi trovo a Londra con la mia ragazza anche lei giovane e potenziale candidata alla “Miseria”.
    Lei, giovane, sta qui da quasi un anno e lavora nell’ambito dei beni culturali al pari degli anziani.
    Io che sono arrivato qui da poco, dopo i miei studi storico-artistici su cistercensi e premostratensi, mi ritrovo adesso a fare il “cappuccino” in un bar.
    La paga che mi offrono qui a Londra è quattro volte superiore a quella che mi offrirebbe il MIBACT qualora venissi selezionato.
    Londra non rappresenta solo un’opportunità economica, ma soprattutto culturale: una città capace di offrire quelle opportunità culturali che noi giovani neolaureati oggi stiamo cercando.
    Nel frattempo cercherò solo di non dimenticare la lingua italiana perché, non si sa mai, se le cose dovessero cambiare non vorrei farmi trovare impreparato.
    In ultima analisi vorrei solamente esprimere il mio disappunto nei confronti di questa manovra attraverso la quale la classe politica e il Ministero dei beni e delle attività culturali hanno ancora una volta mortificato una generazione di giovani neo laureati e stabilmente precari.
    Spero vivamente che nessuno partecipi a questa lotteria della miseria, vergogna!
    Distinti Saluti,

    Francesco Capitummino

  60. da Stefania 15 dicembre 2013

    Caro Ministro,
    So che ha probabilmente non leggerà mai questa lettera ma io la scrivo lo stesso.
    ho seguito con attenzione tutte le vicende relative al concorso dei 500 giovani per la cultura. Io non parteciperò e ora le spiegherò il motivo.

    Le racconto brevemente la mia storia.
    Io vengo dalla Puglia, da Lecce proprio come Lei. Quando avevo 15 anni come gita scolastica di primo ginnasio scegliemmo di andare in Sicilia per una settimana. Mentre visitavamo Taormina all’improvviso alzai gli occhi al cielo verso la facciata di una chiesa e vidi una ragazza con una tutona bianca che stava lavorando sulla pietra. In quell’attimo esatto pensai: “Chissà come dev’essere bello quel lavoro”. Non sono cattolica ma in quel preciso momento ebbi una sorta di vocazione guardando quella chiesa, così decisi che sarei diventata una restauratrice.
    Dopo duri anni sui libri di greco e latino, scelsi di intraprendere il cammino del restauro, il più bel lavoro del mondo. D’altronde pensavo, siamo circondati da tanta bellezza e questa deve essere sempre ammirata, elogiata. Partecipai ai test di selezione all’Accademia di Belle Arti di Lecce e nonostante non avessi nessun background artistico, sentii solo di avere un certo talento per il disegno, passai il test e finalmente entrai insieme ad altri miei diciannove compagni.

    Passarono i cinque anni, i più belli della mia vita. L’ultimo anno di Accademia decisi però di cambiare aria, di fare una esperienza all’estero. Volai per Madrid per fare l’Erasmus. Alla Complutense si respirava un’aria diversa da quella leccese, un’aria nuova e sana. Nella capitale spagnola cercai di assorbire il massimo, entrai nei laboratori di restauro del Prado, frequentai inaugurazioni di mostre fotografiche e mi persi tra le immense stanze del Reina Sofia. Finito l’Erasmus si ritornò alla realtá leccese, però questa durò poco. Dopo Madrid non riuscivo piú a trattenermi in un posto, volevo vedere cose nuove. Così partii alla volta di Milano per fare il progetto di restauro per la mia tesi finale. Ebbi la fortuna di svolgere la mia tesi su un pezzo di Giulio Romano, infatti pensai così potrò chiudere in bellezza il mio ciclo universitario pensai. Il fatto di dormire in una doppia, con un materasso messo a terra, in un appartamento al quarto piano senza ascensore non mi scoraggió mai. Il restauro mi faceva andare avanti e svegliare ogni mattina, pronta e attenta.
    Alcuni dicono che con la laurea svanisce tutto l’incanto. Il pensiero di non poter trovare nulla mi terrorizzava, l’idea che dovevo stare sulle spalle dei miei genitori non mi piaceva. Cosí quasi un anno e tre mesi fa decisi di fare le valigie e partire all’avventura. Infatti non servirono i 257 curricula mandati in tutta Italia, non servirono le chiamate per offrire il mio lavoro e competenze. In pochi rispondevano dicendomi che si rammaricavano ma non c’era niente. Un restauratore di Modena mi consigliò addirittura di trasferirmi in Russia. In Russia non ci andai peró partì alla volta della Scozia. Infatti proprio da Edimburgo, da questa bellissima città scrivo questa noiosa e lunga lettera. Non sono un cervellone nè tantomeno in fuga. Mi sento una persona che è stata abbandonata dal proprio paese. Il bel paese. Qui il nostro bel paese è apprezzato e amato, ma noi lo stiamo deturpando e con lui anche noi stiamo andando alla deriva. Qui un lavoratore in qualsiasi settore, non è considerato un peso ma una ricchezza che serve a mandare avanti il paese. Ho lasciato tante cose in Italia, sopratutto la mia famiglia, ma non scenderó a questi assopiti compromessi. 500 giovani per la cultura, che ne sarà di questi 500 giovani una volta che termineranno il periodo di concorso. Avranno sicuramente un bel certificato, l’ennesimo che non servirà a nulla. Per cui le chiedo a lei e ai suoi colleghi di politica di apprezzarci, valorizzarci e non lasciarci sfuggire. Leggere il bando di questo concorso, i suoi criteri, la sua retribuzione mi ha dato una conferma, rimanere qui.

    Distinti saluti

  61. da Federico 16 dicembre 2013

    Come fatto notare da Paolo Giovine (“500 giovani samurai”), la cosa veramente inquietante di questa iniziativa è la totale assenza di qualsiasivoglia concreto risultato previsto: si menziona una pletora di possibili “lavoretti”, ma alla fine ci sarà *una* cosa visibile e di impatto concreto?
    Per dire: metadati, scansioni, opere digitali saranno in dati aperti, nel pubblico dominio, in una licenza libera? Saranno, cioè, un seme da cui può nascere qualcosa o solo tanti bei quadretti in altrettanti cassetti? Capirei la cosa se si dicesse, con onestà, “vogliamo dare un contributo robusto a Europeana, secondo il suo statuto del pubblico dominio, perché la cultura italiana sia visibile nel mondo, ma abbiamo un centesimo delle risorse della Francia ecc.: ci siamo inventati questo per provarci lo stesso”.
    Partire poi colla premessa che la pubblica amministrazione è da anni ingessata per il blocco delle assunzioni e concluderne che i giovani potranno andare proprio dal Ministero ad apprendere il Verbo del Futuro… è surreale anche per il piú borioso dei burocrati ministeriali.

  62. da Fabio 16 dicembre 2013

    Gentile Ministro,

    sebbene legga tra le righe della Sua risposta un intento positivo, non posso nascondere a nome delle Cooperative che rappresento un senso di rigetto per una proposta che sminuisce tutti: chi ne è escluso per limiti troppo ferrei di selezione e chi invece esaudisce le compentenze richieste in quanto sicuramente già da qualche anno inserito nel mondo del lavoro (probabilmente precario e di altro settore) o in cerca di un lavoro, non di formazione che probabilmente già possiede e quasi sicuramente, casi delle certificazioni linguistiche, si è pagato di tasca propria per rincorrere un sogno. Ritengo da imprenditore cooperativo che abbiate confuso il tentativo di dare possibilità di “occupazione formativa”, spero non a fini statistici, con la necessità di creare delle finestre formative. Credo che i crismi utilizzati per scrivere le regole del bando siano decisamente errati e, badi bene, non per l’incongruenza con la regolamentazione legislativa in merito a tirocini formativi, ma per l’incongruenza con la realtà di tutti i giorni che quando esce di casa dovrebbe avere sotto gli occhi, sentirla respirando. Odore di incertezza, aroma amaro di aver studiato tanto credendo nel patrimonio artistico italiano e non solo e ritrovandosi a dover fare i conti con una laurea che, troppo spesso e poco volentieri, non da sbocchi nel settore. Ora, sapendo benissimo, perché essendo ministro deve saperlo, che questa è la realtà al di fuori dei portoni della politica, mi chiedo come si possa valutare positiva questa azione. E’ vero, l’attuale sistema Le lega le mani e non è di certo Lei responsabile della situazione attuale. E’ vero che il Suo Ministero, purtroppo, viene considerato uno dei meno importanti perché non vissuto come esigenza primaria della popolazione e ancor meno come possibile settore produttivo, anche se in molti si riempiono la bocca affermando, ovviamente solo a parole, che la cultura e l’arte sono uno dei nostri settori con più prospettiva di crescita e di buon bilancio negli anni avvenire. Rimane però il fatto che dare un biscotto a chi sta morendo di fame non lo aiuta a sopravvivere, anzi, fa l’effetto esattamente opposto. Le chiedo quindi di riflettere non tanto sulla effettiva correttezza normativa delle regole del bando, ma di quanto possa questa iniziativa che Lei chiama possibilità, inseribile nel contesto che Lei in primis gestisce e che, come cittadino, anche Lei vive ogni giorno camminando per strada, accendendo una televisione, leggendo un giornale. Lei parla di rivalutazione del merito, cosa sacrosanta e speranza lontana ma mai completamente seppellita in Italia. Qualcuno ancora ci crede, nel merito. Ma di che merito si tratta nelle condizioni che sono state poste? E’ un giovane di 35 anni che, male che vada è già distante almeno qualche anno dal giorno in cui ha dovuto fare i conti con la mancanza di sbocchi lavorativi, il vero target di una formazione del genere? Cercare in questo modo di creare un ammortizzatore sociale da una parte, un servizio alla cultura da un altra e di non far perdere completamente il senso del sogno che ha spinto migliaia di persone a farsi carico di una battaglia culturale di recupero della dignità del nostro patrimonio dall’ultima è il miglior metodo per distaccare ancor più la res publica dal popolo, dalla gente.
    Le rinnovo quindi l’invito a riflettere attentamente sul valore di questa iniziativa e su riflessi, settoriali ed intersettoriali, che può avere. Sono sicuro, essendo Lei una persona intelligente e sensibile, non possa trascurare l’ennesima privazione di dignità che causa in bando del genere. Noi, come imprenditori cooperativi, stiamo cercando come Lei di trovare delle risposte, delle possibilità, delle idee. Ci lavoreremo a tempo pieno nel primo trimestre 2014 e spero riusciremo a presentarLe alcune alternative a questo bando. Ci ripensi signor Ministro. Glielo chiedo come cittadino, come persona, come compagno di una laureata in archeologia con 110 e lode(madre del nostro splendido figlio di un anno) che non trova uno straccio di lavoro se non prestazioni occasionali mal pagate e per fortuna,, al momento riesco ancora a mantenere lavorando almeno dodici ore al giorno e quasi tutti i giorni. Ci ripensi, contestualizzi, guardi al di fuori della finestra come monta la rabbia tra la gente. E pensi se sia realmente il caso di far contagiare con questa rabbia anche il mondo culturale che per fortuna ha un’intelligenza ed una sensibilità media molto più alta della norma. Non diventi anche Lei causa di malcontento e di allontanamento dalla cultura e dalla politica. Sono bastati venti anni di scippo e desolazione. Non porti il mondo culturale giovanile a dover credere che la piazza, la protesta, l’assenza di contraddittorio civile, siano l’unico metodo per farsi ascoltare e per svegliare chi da dentro i palazzi spesso si dimentica di chi sta fuori.

    Cordiali Saluti

    Fabio Dubolino

  63. da Giovanni Nutriati 16 dicembre 2013

    Le condizioni richieste dal bando sono vergognose ed insultanti. Se questo è quello che può offrire il ministero della cultura ai laureati con il massimo dei voti, meglio l’emigrazione. Vergognatevi tutti.

  64. da S.T. 16 dicembre 2013

    P.S. per quanto riguarda la certificazione di inglese: come dimostrano, tra gi altri, Alessandro D’A. e Bruna, l’inglese si impara e si usa bene anche senza certificazione, nonché senza corsi. Però chi non ha occasione di fare pratica i corsi servono.
    I fatti: l’esame, per esempio l’IELTS, si può sostenere anche individualmente, risparmiando sulla scuola ma spendendo comunque € 199 (questa la cifra attuale), vi sembra una somma accessibile a tutti?

  65. da Giulia 16 dicembre 2013

    Ma perchè invece di sprecare questi soldi facendo fare la fame a tutti non si decide di scegliere uno o due progetti l’anno e focalizzare le energie e le professionalità solo in quelli facendo mangiare in modo sano almeno un gruppo di giovani preparati.

  66. da Lucia 16 dicembre 2013

    L’errore comunicativo iniziale è stato fatale: far passare per lavoro qualcosa che era formazione finalizzata a lavoro esterno futuro è stato un bell’autogol. Se fin dall’inizio si fosse parlato esclusivamente di occasione di fomazione tutto sarebbe stato più semplice e meno offensivo per quegli oltre #500 destini che continueranno a sperare – finalmente – di poter applicare le proprie conoscenze specifiche in un percorso che avrebbe potuto portare alla stabilizzazione o a un sano part-time o contratto a progetto ma equamente retribuito per i titoli posseduti. Forse fra volontà politica, gestione amministrativa e capacità comunicativa si è verificato un cortocircuito che direi di non ripetere mai più pena un grave danno d’immagine per tutto il comparto perchè questi giovani delusi hanno famiglia, vivono nella società e parlano male di coloro che ingenuamente pensavano di fare loro anche del bene con non poco spirito paternalistico. Le ragioni che lei riporta sono tutte vere, ma sono egualmente vere le lamentele di chi si vede escluso per la scarsa conoscenza di una lingua comunitaria che magari ha perfetta e certificata per un’altra o per altre eccessive richieste. Purtroppo mancando il lavoro la formazione diventa un’occasione di lavoro, come non dovrebbe essere in un paese normale, ma chi comanda, dirige e può dovrebbe anche calarsi di più nella realtà, perchè altrimenti nasce il legittimo timore che tutti voi stiate vivendo in un altro paese, assai diverso da quello che noi siamo costretti a frequentare.

  67. da Federico 16 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    Riguardo al bando “500 giovani per la cultura” Le segnalo una incongruenza a mio parere lampante e simbolicamente significativa. Oltre ai titoli che lo stato consente di ottenere grazie alle sue strutture pubbliche (per quanto l’Università stia, anno dopo anno, divenendo progressivamente appannaggio delle classi più abbienti) si richiede, come attestato necessario alla partecipazione del suddetto bando, la certificazione internazionale di lingua inglese ad un livello non inferiore al B2. Ciò che trovo meschino è che l’unico modo che una persona ha a disposizione per ottenere tale certificazione è il pagare un minimo di 200 euro presso le strutture del British Council per sostenere l’esame e per ottenere, qualora lo si superasse al primo tentativo, la tanto agognata certificazione.
    Uno stato che non fornisce a tutti le medesime possibilità di accesso ad un bando pubblico è uno stato classista. Uno stato che richiede un altissimo grado di preparazione ed eccellenza al fronte di un emolumento a dir poco risibile, è uno stato cialtrone e beceramente succube alla logica capitalistica.
    Cordialmente

    Federico Casentini

  68. da Maria 16 dicembre 2013

    Ministro, le sue parole non sono affatto convincenti. Un tirocinio formativo è qualcosa che si propone a giovani laureandi o appena neolaureati, quindi gente intorno ai 25 anni, non a laureati d’eccellenza. Il tirocinio è qualcosa che deve FORMARE, non è una opportunità per persone già formate. Questo è il tragico errore commesso da tutte le aziende italiane: “cercasi tirocinante con esperienza”. Un tirocinio non dura 1 anno, ma non più di 6 mesi. Un tirocinio prevede anche ore di studio, questa opportunità prevede solo 30 ore di lavoro. Un tirocinio, in un mondo ideale (la Germania, per esempio), è una opportunità che ti dà la possibilità di inserimento nella stessa azienda successivamente, non che ti lascia in mezzo alla strada dopo. Mascheriamo dietro la bella parola “tirocinio” solo tanto sfruttamento sottopagato.

    Inoltre vorrei farle notare un’altra piccola cosa: Laurea Magistrale in Lingue classe LM38: ammessa al bando. Laurea Magistrale in Lingue classe LM37: non ammessa al bando. Mi può spiegare gentilmente il perché?

  69. da Diletta Clery 16 dicembre 2013

    Egregio Ministro,
    noi trentenni storici dell’arte che abbiamo alle spalle 10 anni di collaborazione con le Soprintendenze, che siamo già stati ampiamente formati dai funzionari come dai custodi su ogni aspetto della conservazione, valorizzazione e gestione museale e che, ormai in piena autonomia, sanno gestire allestimenti, catalogazioni, mostre, convegni ma anche pulire le vetrine e lavorare nei depositi tra gli escrementi dei topi, aspettiamo con ansia la pubblicazione del bando di concorso di cui parla per 120 assistenti alla vigilanza e 53 funzionari. Siamo infatti pronti a lavorare sia per il primo che per il secondo profilo (per il quale finalmente potremmo sfruttare quel diploma post- laurea di specializzazione triennale da noi conseguito proprio perchè propedeutico alla carriera di funzionario museale, da non confondere con la laurea specialistica che dovrebbe essere solo un titolo di base per accedere a qualsiasi collaborazione di lavoro con il Ministero .
    Siamo in attesa, siamo pronti a lavorare.

    • da S.T. 17 dicembre 2013

      Gentile D. C., spero di sbagliarmi, ma credo che si tratti di assunzioni di vincitori dei concorsi del 2008 , in questo caso spero anche che lei sia tra questi. Se veramente si trattasse di nuovi concorsi, posso suggerire l”inserimento di storia dell’arte già tra le materie di preselezione per i custodi, oltre a quelle su mitocondri e palline bianche e nere?

  70. da mara 16 dicembre 2013

    Vogliamo parlare di chi si è dovuto laureare con il vecchio ordinamento che prevedeva 45 esami in tre anni, e che non riuscendo a laurearsi nei tre anni previsti, non ha avuto ne punti sulla tesi ne punti sulla media??’
    Non credo che la passione e l’impegno si debba vedere dal voto di laurea, visto che le riforme, mio caro Ministro le fate voi e non ci aiutate di sicuro…
    Ah dimenticavo ho dovuto lavorare per pagare le vostre tasse….
    Quindi prima di parlare pensateci bene, ci sono capre che con la laurea comprata lavorano li proprio vicino a lei…quindi.
    TUTTI IN PIAZZA L’11 GENNAIO.

  71. da Fabio Proietti 16 dicembre 2013

    Caro Ministro, pur non condividendo la decisione capisco le motivazioni che Lei ha descritto. L’unica cosa che vorrei sottolineare è che il problema è che continuando con questa logica, senza impegnare risorse “strutturali” e nella maniera giusta, non si uscirà mai dal circolo vizioso.
    L’unica cosa che vorrei davvero chiederLe, visto che promette di rivedere le clausole del bando, è almeno di sostituire la certificazione linguistica con una prova di lingua (come in un qualsiasi concorso): la maggior parte di noi, compresi gli operatori dei BBCC, quella certificazione non ce l’hanno pur conoscendo bene la lingua (pensi ai madrelingua, per fare un esempio eclatante).
    Cordialmente,
    Fabio Proietti.

  72. da Luana 16 dicembre 2013

    Gentile Ministro, spero proprio che i requisiti di questo bando vengano modificati. Soprattutto quello della certificazione linguistica: è un lusso veramente per pochi neolaureati pagarsi un corso di inglese per conseguire una certificazione..che senso ha questo limite?La conoscenza di una lingua non si può accertare solo con un esame.E’ l’ennesima conferma che in questo settore possono formarsi e lavorare solamente chi ha le spalle coperte..che tristezza!

  73. da Carla 16 dicembre 2013

    Gentile Ministro,
    lei sarà pure persona preparata e colta, forse ce la starà pure mettendo tutta, ma sappia che non è con bandi come questo che si salva o si riforma il settore cultura.
    Se vuole vengo, gratuitamente, un giorno in ufficio da lei e le spiego cosa tutto non funziona quando si parla di cultura.
    E’ sicuro che uno stage di 1 anno, a quelle condizioni, sia una buona opportunità di formazione, che siano soldi ben spesi?
    Comunque se ha voglia e tempo la mia opinione la trova qua:
    http://vedogente.blogspot.it/2013/12/i-professionisti-della-cultura-dicono.html

  74. da S.T. 17 dicembre 2013

    Ecco, così è già meglio, questo non significa che vada letteralmente bene. sarà che proprio da lei ci aspettavamo grandi cose, ma dobbiamo (noi e lei) fare i conti con la realtà. visto che qui si raccolgono persone attente agli aspetti concreti e ai dati, vi cito questi, consapevole che si parla di mondi diversi. tanto per dire.
    nelle linee guida elaborate dall’Arts Council of England si considera internship l’esperienza da qualche settimana a sei mesi; ci sono poi le traineeship, che sono più abitualmente retribuite, e altre forme anche per i ragazzini delle scuole. se le condizioni di lavoro corrispondono alla definizione contrattuale di “lavoratore” non si tratta più di internship vera e propria e, tra l’altro, si paga il compenso minimo previsto per legge in base all’età. non so se i dati siano da aggiornare, comunque nella revisione del 2011 per la formazione-lavoro in generale questo era per esempio, convertito in euro: fino a 18 anni, purché si sia completata la scuola dell’obbligo: circa euro 4.30; tra 18 e 20 anni: circa 5.80 euro; sopra i 21 anni: circa euro 7.20; apprendistato sotto i 19 anni, o oltre i 19 se si è nel primo anno: circa euro 3.10; apprendistato sopra i 19 e dopo il primo anno, paga minima sindacale. Purtroppo si sta diffondendo sempre più l’internship non pagato, praticamente volontariato, stile italiano (non mi riferisco al bando in questione, ma a un’abitudine diffusa). Si cerca una persona qualificata disposta a lavorare senza compenso, spesso però anche l’impegno in termini di tempo è da volontari con uno, due, massimo tre giorni la settimana e chi può (anche là c’è crisi, ma in confronto a noi sembra ben poco) rimborsa le spese di trasporti e pasti. almeno un caso di ricerca di una figura qualificata e con esperienza per un posto praticamente non pagato da curatore in un museo locale ha scatenato la protesta.

  75. da Alain B. 17 dicembre 2013

    Belle action. J’aimerais bien que nous ayons un ministre de la culture comme vous en France..

  76. da Manuela Fresi 21 dicembre 2013

    Gentile ministro, ma la laurea classe lm 19 in ambito umanistico perché non c’è! Io possiedo una laurea magistrale in Editoria multimediale e nuove professioni dell’informazione classe lm 19 appuntoma nel bando questa classe di laurea è prevista solo nell’ambito dove i posti sono un decimo di quello umanostico. In tal caso mi vedo costretta a concorrere con la triennale in scienze della comunicazione ma i punti sono molto meno! Le pare giusto?

  77. da Lorenzo 27 gennaio 2014

    Nonostante questa cosa sia già stata segnalata da altri vorrei ancora una volta ricordare che:
    le lauree magistrali della classe LM-11, come la mia in Scienze per la Conservazione e il Restauro, sono lauree NON umanistiche ma scientifiche, cosa che però non è riconosciuta nel bando, dove posso accedere solamente all’ambito umanistico.
    La cosa ancora più strana è che con la triennale in Tecnologia per la Conservazione e il Restauro (classe L-43) posso accedere all’ambito tecnico!!
    Un errore del genere non dovrebbe essere commesso e spero vivamente che possa essere corretto al più presto.

    Cordialmente

  78. da Kristina 29 gennaio 2014

    Gentile Ministro,
    volevo chiedere se io sono laureata in possesso di una laurea straniera(moldava)in “Lingue e Letteratura straniera”,sto seguendo il corso di “Progettazione e Gestione del turismo culturale”,terzo anno Universita di Padova posso inscrivermi all bando??
    Grazie
    Cordiali Saluti

  79. da giuseppe 29 gennaio 2014

    salve volevo chiedere la scadenza online e il 14 febbraio 2014 ma però non mi fa inviare la candidatura grazie.

  80. da rocco 10 febbraio 2014

    gentilissimo ministro,
    premesso che gli atti della sua gestione sono ammirevoli, vorrei fare una riflessione sul destino dei laureati in giurisprudenza.
    la scorsa legislatura si è chiusa con la riforma dell’avvocatura che non ha inciso particolarmente sul nostro destino.
    il governo in cui anche lei siede ha adottato un provvediemento per favorire lo stage presso i tribunali fino a l’età massima di trent’anni: “gratis et amore dei”; da ex praticante non retribuito dall’avvocatura dello stato posso, dirle che ciò è ingiusto poichè il lavoro svolto è pesante e di altissima responsabilità; pensi che alcuni atti parlamentari definivano questo stage: “lavoro ancillare”; cui va necessariamente aggiunto il lavoro gratuito nell’interesse della giustizia tutti i giorni nelle aule di giustizia… ora c’è questo bando dove l’età è a 35 anni e la retribuzione lorda 500 euro al mese, che al netto di una ritenuta irpef del 20% e di quella della gestione separata del 27% fa circa 300 netti ossia 10 euro al giorno circa due euro l’ora.
    premesso che chi le scrive oltre ad una laurea con lode, ad una scuola di specializzazione e ad un dottorato, pretenda giustamente di sapere cosa fare con questo ulteriore periodo di formazione, per meglio valutare come impegnare un anno di vita. dimenticavo, i titoli menzionati non sono idonei neppure per l’insegnamento nelle scuole superiori, dove occorre fare le materie integrative….
    chi si preoccuperà di noi? le iniziative come queste vanno bene: piuttosto e sempre meglio che niete, ma passaremo la vita a formarci senza mai fare nulla?
    con ossequio.

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