Avvertenza in materia di proprietà letteraria – Gli scritti pubblicati su questo sito, riconducibili a miei interventi, sono copy-free: possono dunque essere singolarmente riprodotti on line o su carta, anche senza un’autorizzazione specifica, purché ne vengano mantenuti inalterati il contenuto e il titolo. Vi chiederei, sotto il titolo stesso, di inserire per esteso la dicitura: “tratto dal sito www.massimobray.it“. Sarò grato a chi si avvarrà di questa facoltà se riterrà di avvertirmene, anche soltanto mediante un messaggio email.

Dedicato a Alan Kurdi e a mio figlio Giovanni

Una veduta di Smirne al tramonto

Una veduta di Smirne al tramonto

C’è un passo di Shakespeare nel quale il grande drammaturgo ci dice che la morte è più dolce se lo sguardo può avere come ultimo orizzonte i luoghi e le persone amate. Ho ricordato le sue parole quando ho pensato al corpo del bambino ritrovato senza vita sulle coste turche: è morto lontano dallo sguardo della sua terra, della sua mamma. Senza protezione, senza gli odori e gli oggetti della sua infanzia. Leggi di più


Apple, Picasso e i segreti non svelati

apple picasso toro

Art Resource, NY; 2014 Estate of Pablo Picasso/Artists Rights Society (ARS), New York

Apple è sempre stata nota, oltre che per i suoi prodotti, per l’estrema riservatezza dei suoi dirigenti*. Nel campus Apple si può acquistare una maglietta con la scritta: “Sono stato a visitare il campus Apple. Di più non posso dire”. Ma in questi giorni un libro e un’inchiesta giornalistica ci consentono di svelare alcuni dei segreti che hanno permesso a Steve Jobs di creare una delle imprese più innovative del nostro tempo.

Il libro, Jony Ive. Il genio che ha dato forma ai sogni Apple – edito in Italia da Sperling & Kupfer – è un lungo e accurato dialogo tra Jony Ive, oggi Senior Vice President of Design di Apple, e Leander Kahney, giornalista che da molti anni segue quello che si può a ragione definire ‘il culto del Mac’ (e su questo culto ha scritto un libro edito in Italia da Mondadori).

Ive, nato in un sobborgo di Londra, cresciuto con la passione di ‘smontare e rimontare’ qualunque tipo di oggetto, non è solo un grande designer ma anche uno straordinario comunicatore. “La memoria di come lavoriamo vivrà oltre i prodotti stessi del nostro lavoro, se la sapremo comunicare”, dichiarò in un’intervista. Da ragazzo Ive studiò alla Chingford Foundation School – la stessa che 8 anni dopo sarà frequentata dal calciatore David Beckam. Ive ama i libri e i musei; è allo studio del Rinascimento italiano che deve l’attenzione continua per la “bellezza” e l’equilibrio delle forme. Leggi di più


Il ruolo della cultura nelle relazioni internazionali

visita a bam

La cultura ha cominciato a svolgere un ruolo di primo piano nel campo delle relazioni internazionali e della diplomazia, grazie anche alla crescente consapevolezza della forza dirompente che può e deve avere il suo messaggio.

Venerdì sono partito da Roma  per l’Iran, per una visita ufficiale che mi vedrà impegnato fino a oggi*. In questa missione affascinante, coinvolgente e ricca di confronti e sensibilità, mi è stata data l’opportunità di incontrare alcune delle principali personalità culturali della vita politica iraniana, di visitare luoghi di rara bellezza e condividere riflessioni e idee con esperti e studiosi che hanno, come me, il privilegio di occuparsi della risorsa più preziosa di un Paese: il patrimonio culturale.
Leggi di più


Diario della nascita della terza repubblica – 2° puntata

Diario della nascita della terza repubblica – 2° puntata

Dentro Montecitorio trovo persone cordiali e preparate. Un mondo di ufficialità che si schiude, ma non è lontano: i funzionari sono competenti, gli uffici disponibili. Mi piace pensare che la sensazione di essere al servizio della nazione si respiri anche nei gesti più semplici.

I miei giorni in Parlamento vivono di un doppio passo. Da un lato la scoperta di un’esperienza, dall’altro lo scontro con la realtà quotidiana che chiama a raccolta ogni più piccola energia. Il compito è arduo, probabilmente obtorto collo, nei fatti quasi impossibile: inseguire i grillini, con l’obiettivo dichiarato di convincerli a formare un governo.

Mai avrei pensato che ci si sarebbe trovati così sotto scacco, subalterni a una forza emergente che rifiuta quasi sprezzante – tutta l’erba un fascio, tutto il fascio da buttare. Questa subalternità (di numeri, di forze, di entusiasmo, di disegno) sta spegnendo, piano piano, gli entusiasmi dei primi giorni.

Riprendo un po’ di fiato durante le prime votazioni. Sono giorni, questi giorni – e notti, queste notti – lunghissimi. La decisione di votare scheda bianca per le cariche di Presidente della Camera e del Senato, poiché l’accordo non c’è. Due giorni di muro contro muro, più facile quasi mettere d’accordo l’ecclesia tutta sul nome di un papa nuovo come Francesco, che dare una forma a questo Stato malato. Leggi di più


Diario della nascita della terza repubblica – 1° puntata

Diario della nascita della terza repubblica – 1° puntata

Ascoltare gli interessi generali. Da giorni mi risuonano nella testa queste parole. Ascoltare è stata la parola chiave dei giorni di campagna elettorale ormai trascorsi, di quelli appena passati, dal primo giorno in Parlamento a oggi e di questi – così incerti – che abbiamo davanti.

Mi sono chiesto, e mi chiedo, se sia stato un ascolto giusto, pieno, fecondo, quello che ho provato ad offrire durante le tappe della mia campagna elettorale, quando percorrevo il Salento e, più in generale, la Puglia, la mia terra, incontrando gli occhi delle persone, raccogliendo esperienze di vita, scambiando elementi di futuro. Il ricordo più vivido dell’intera campagna è ambientato in un piccolissimo centro del Sud Salento, a Marittima di Diso. Molti dei presenti potevano dire di avermi visto crescere. Nonostante questo – e nonostante il calore ricevuto in quell’occasione – al momento di congedarmi da loro, ho sentito pronunciare queste parole: Non accadrà che ci rivedremo tra degli anni, vero?. Queste parole, quelle attese, che per me, in quel contesto, sono suonate come un monito affettuoso, oggi minano le basi della mia esperienza politica.

Mi sono chiesto, e mi chiedo, quanto sia sereno e lucido quello che provo ad offrire ora, in questo pasticcio infinito in cui siamo aggrovigliati e da cui sembra impossibile venire fuori. Leggi di più


Il Museo degli Ipogei di Trinitapoli non può restare chiuso

Il Museo degli Ipogei di Trinitapoli non può restare chiuso

di Donato Piccinno*

Questa è non è solo la storia di un Museo ma, come spesso nel nostro Paese, è anche la storia di un episodio di potenziale promozione della cultura che si perde in meandri inestricabili. Trinitapoli, la mia città, ormai da decenni, viene ricordata come la Città degli Ipogei.
Circa 3500 anni fa, una popolazione indigena costruì in questo territorio gli ipogei, straordinarie strutture sotterranee scavate con relativa facilità nella friabile “crusta” calcarea della nostra pianura. Le strutture sotterranee, che ricordano quelle micenee realizzate in Grecia, furono scavati per accogliere i rituali che accompagnavano il mutare delle stagioni ed erano riaperti ciclicamente, probabilmente coincidenti con riti propiziatori della fertilità.

Dopo un periodo di abbandono, alcuni santuari vennero riaperti come sepolcreti collettivi delle elites locali, venendovi inumate decine di soggetti di ambo i sessi e di ogni fascia di età. Gli archeologi hanno denominato tali strutture dai reperti che li caratterizzavano: l’ipogeo del Bronzo, degli Avori, del Cervo, delle Grandi pietre e, fra gli ultimi rinvenuti, l’ipogeo del Gigante.
Trinitapoli vanta così un unicum in Italia nel periodo del Bronzo medio.

Senza ripercorrere le diverse fasi, a seguito della scoperta dei vari ipogei, è ora opportuno fare un salto in avanti fino a tempi più recenti. Da anni il Museo Civico archeologico, definito “degli Ipogei”, perché nelle sue stanze dovrebbe ospitare i reperti recuperati nel corso delle varie campagne di scavi, è ospitato in un splendido palazzo costruito alla fine dell’ottocento.

Ma il Museo è chiuso.

Trinitapoli possiede un parco archeologico e un museo, sorti dopo oltre 20 anni di scavi archeologici che hanno portato alla luce gli Ipogei dell’età del bronzo. Sin dal 2007 Museo e Parco sono completi di tutto: arredi appositamente progettati, sistemi di sicurezza, pannelli illustrativi e tutto quanto di volta in volta richiesto dalla Soprintendenza. Circa due milioni di euro sono stati spesi dal Comune, con il contributo della Regione Puglia e della UE, per salvaguardare e  “valorizzare”  questo importante patrimonio culturale, sicuri di poter programmare uno sviluppo turistico-culturale nel territorio.

Dal 2007 ad oggi  decine sono state le date comunicate, anche pubblicamente, dalla Soprintendenza Archeologica per la Puglia per l’inaugurazione e l’apertura del Museo, che puntualmente sono state disattese, sempre a causa di inspiegabili ritardi anche a seguito dell’approvazione di un Regolamento Comunale.

E’ arrivato il momento di mobilitare l’opinione pubblica a tutti i livelli, perchè la cultura non ha confini nè limiti e per fare chiarezza sui compiti di ciascuna istituzione tra salvaguardia e gestione, tra valorizzazione e fruizione. Perché questo patrimonio non può rimanere bloccato e blindato da anni.

*consigliere comunale Pd Trinitapoli


󰁓