I libri che ci cambiano il destino
È davvero con grande emozione che inauguriamo la trentesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino: una ricorrenza importantissima, che abbiamo voluto celebrare progettando un Salone ancora più grande, più ricco e più inclusivo, e guardando allo stesso tempo indietro e avanti. Indietro, per ricordare e ripercorrere la lunga tradizione che ci ha portato →
Libri, un danno per l’Italia la guerra Milano-Torino
Questa intervista con Marco Esposito è stata pubblicata per la prima volta sul Mattino di Napoli il 25 settembre 2016. Massimo Bray, ex ministro della Cultura e direttore della Treccani, sta per diventare presidente della Fondazione del Salone del libro di Torino. La nomina cade nel trentesimo anno del Salone ma, anche, nel primo anno →
Una regia unica per coordinare i diversi saloni del libro
Questa mia intervista con Guido Boffo è apparsa sul quotidiano La Stampa il 10 settembre 2016. Cita il discorso di Malala all’Onu: «Un bambino, un insegnante, un libro, una penna possono cambiare il mondo». Forse anche un salone del libro, due in compenso rischiano di complicare le cose. Massimo Bray, presidente in pectore della fiera →
Il recupero dell’atto di leggere e il nuovo ruolo degli editori
“Quanto più, col passar del tempo, talune esigenze di divertimento e di istruzione di massa potranno essere soddisfatte mediante altre invenzioni, tanto più il libro riacquisterà dignità e autorità”. Mi colpisce come questo giudizio di Hermann Hesse, riferito in origine alla radio e al cinema, risulti di straordinaria attualità ancora oggi, nell’epoca della definitiva affermazione →
Il Museo del Castello di Rivoli ancora senza direttore
L’AMACI, Associazione dei Musei d’arte contemporanea italiani , che riunisce 27 tra i più importanti musei d’arte contemporanea della Penisola, ha denunciato in un comunicato stampa lo scorso 11 febbraio la precaria situazione in cui versa il Castello di Rivoli-Museo d’Arte Contemporanea, dopo la scadenza (il 31 gennaio) del mandato di Direttore di Beatrice Merz, che →